Serie A, Juventus-Verona 3-0: Dybala, Bonucci, Zaza

I bianconeri iniziano alla grande il 2016 battendo senza problemi i veneti: apre l'argentino, poi il difensore prima della fine del primo tempo e in chiusura di ripresa la zampata dell'attaccante
Serie A, Juventus-Verona 3-0: Dybala, Bonucci, Zaza© ANSA

TORINO - Sono otto le vittorie consecutive: la Juventus incolla il Verona alla striscia interrotta dalla sosta. E’ stata solo lunga e noiosa, la pausa, ma non ha alterato nessuno degli equilibri che hanno solidificato una squadra gioiosamente devastante nel corso degli ultimi mesi. Le ansie di Allegri, giustificate dai precedenti e dalle congenite insidie della dopo Natale, si sciolgono già nei primi dieci minuti, in cui l’unico impaccio dei bianconeri sembra essere come finalizzare l’azione una volta arrivati con estrema scioltezza al limite dell’area. Al punto che il Verona non ha alternative al fallo per arginare la manovra o le verticalizzazioni juventine. E’ così al 7’ quando Souprayen stende Lichtsteiner al limite destro dell’area, fornendo a Dybala una ghiotta posizione dalla quale operare il suo tiro a giro, già ribattezzato dal Pogba “quadrato R2” (citazione videogiochistica con riferimento ai tasti della Playstation per ottenere il perfetto tiro che curva). Il portiere del Verona non deve avere grande esperienza con Fifa 2016 e la parabola perfetta della punizione dell’argentino lo pietrifica. E’ il minuto numero otto, la Juventus passa in vantaggio, Allegri sospira sollevato, con i cappottino che gli cade perfetto - avercelo il figurino del tecnico! - a metà coscia: non è giorno per volare, questo.



Il Verona si arrende subito, consegnando il centrocampo ai bianconeri e trovando conforto in un 4-5-1 in cui la linea di mezzo si schiaccia sempre di più contro quella della difesa, rinunciando a qualsiasi tipo di aggressione. La Juventus controlla la partita con divertita calma. Khedira è un robot programmato per il centrocampo: non tocca mai più di due volte la palla, smistandola sempre nel posto giusto; Pogba si è messo in testa di non far rimpiangere il prezzo del biglietto a nessuno dei 42mila spettatori; Alex Sandro ha gamba e classe, come Morata che però aggiunge la sfortuna (ma anche se la palla non entra, la sua resta una prestazione ottima). Su tutti c’è, però, Dybala: corre ovunque, scambia con chiunque, manda al manicomio la linea difensiva veronese, aggredita sempre di sorpresa e in velocità. Non è Tevez, Paulo Dybala, ma ha imparato ad avere lo stesso impatto sulle partite. Alla fine del primo tempo è lui a prendersi una punizione sulla destra, steso da un esasperato Helander che proprio non riesce a fermarlo in un modo previsto dal regolamento. La batte in modo magistrale in mezzo all’area, dove Leonardo Bonucci svetta in modo tracotante e colpisce di testa con la violenza che altri userebbero con il piede: è 2-0 al 45’ (con tanti saluti al povero Gigione Delneri che sulle punizioni laterali difende ancora a zona).

La ripresa è più accademica. Commuove l’impegno di Morata che cerca di sbloccarsi, ma la squadra va progressivamente in modalità risparmio energetico, forse pensando che fra quattro giorni sarà nuovamente in campo. Per rianimare la festa serve Simone Zaza, il tremendo bomber part time che conosce l’importanza del tempo, avendone sempre poco a disposizione: ci mette tre minuti a entrare e timbrare il sesto cartellino con vista sull’Europeo, il Checco Zalone bianconero che può convincere Conte a chiamarlo concentrando tutto il suo agonismo nella durata media di un filmato su YouTube. Il gol, per la cronaca, è particolarmente bello: verticalizzazione alla Pirlo di Pogba, scatto sul filo del fuorigioco di Zaza che arriva davanti a Gollini e lo dribbla con freddezza. Tre a zero, risultato sincero. E la marcia della Juventus continua.

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