Toro: tripletta di Belotti. È il Gallo il re d'Italia. Palermo sconfitto 3-1

Il centravanti conquista in solitudine la vetta della classifica dei cannonieri, con 3 reti in 7 minuti. Palermo a un passo dalla B
Toro: tripletta di Belotti. È il Gallo il re d'Italia. Palermo sconfitto 3-1© Paolo Pavan ©

TORINO - Il nuovo re d’Italia si chiama Andrea Belotti, in solitudine a quota 22 gol: chiamatelo il Gallo reale! Tripletta al Palermo, là dove giocava fino a un paio di anni fa, siciliani ribaltati dopo l’iniziale vantaggio di Rispoli, vittoria pesantissima per il morale granata e nuova incoronazione del centravanti di Mihajlovic. Il Palermo è sempre più vicino alla B, Belotti al trono della Scarpa d’Oro, tra Messi e Cavani. Tra il 29’ e il 36’ della ripresa ha firmato una tripletta da sogno, testa-piede-testa, al culmine di una prova magistrale per intensità, combattimento, lucidità. E con la fascia di capitano al braccio. Un fenomeno, non solo un goleador.

APPLAUSI PER GAZZI - Mihajlovic tira dritto, nella stesura della formazione: con Boyé confermato titolare, dopo Firenze, e Ljajic in panca. Centrocampo “verde”, con Gustafson al posto dello squalificato Benassi e Lukic in regia: Valdifiori è l’altro escluso eccellente. Belotti capitano: prima volta dall’inizio. Sul fronte palermitano, in attacco c’è Nestorovski, nonostante i problemi fisici accusati in settimana. In mediana, Gazzi: molti applausi per lui, da buon ex granata, prima della partita durante il riscaldamento. Moduli: consueto 4-3-3 per il Toro e 4-2-3-1 per i rosanero, che diventa un 4-4-2 in fase di non possesso, grazie ai ripiegamenti di Sallai e Balogh (o, a turno, di Bruno Henrique). Arbitra Rizzoli. Si parte.

SUBITO GALLO - Toro subito avanti, forte di un fraseggio tecnicamente superiore. Al 5’ Belotti firma il primo exploit, seppur vanificato dalla parata di Posavec: prende palla a metà campo e in progressione sega in due la difesa rosanero, arriva al limite, ma il suo diagonale è respinto dal portiere, a fatica. Pochi secondi, e un altro tiro - stavolta di Boyé - finisce alto. Il predominio territoriale del Torino è solo a tratti smerigliato da un paio di incursioni offensive dei siciliani, firmate da Nestorovski e Sallai. Per il resto, nel cuore del prato, Lukic e Gustafson mostrano inizialmente buona aggressività e piacere della giocata, con Baselli votato a cercare l’assist a sorpresa. Boyé fa molto movimento a sinistra, imitato da Zappacosta sul versante opposto. La ragnatela granata offre passaggi veloci e ripetuti inserimenti da dietro, ma il muro palermitano regge. E quando traballa, lo salva… Iago Falque: al 23’, per esempio, quando lo spagnolo (pur in crescendo da alcuni minuti) calcia male, fuori dallo specchio, da ottima posizione, dopo che Belotti aveva scardinato e recuperato un pallone d’oro, alla sua maniera.

RISPOLI NEL BURRO - Il capitano granata è uno splendido bisonte, per come combatte, indomabile. Nonché una gazzella, per come vede o crea varchi. Un’altra bella percussione del Gallo al 25’ porta a un mischione in area risolto da un diagonale di Barreca, che però termina di poco a lato. Ma quando il netto forcing del Toro pare destinato a produrre l’1 a 0 da un momento all’altro, ecco la doccia fredda per Mihajlovic e compagnia: Rispoli prende palla a metà campo, si avvicina all'area e, tutto solo nel burro, calcia di destro dai 30 metri. Tiro angolato alla sinistra di Hart e gol, con la mediana e la difesa granata sbilanciate, distratte, mal disposte. Per il Palermo è la rete della speranza e dei miracoli, quando scocca la mezz’ora di gioco. Per Andrea Rispoli è il terzo gol in questo campionato: per la cronaca, tutte e tre le sue reti sono state realizzate fuori casa.

NERVOSISMO - Il Toro ha ancora due o tre occasioni per pareggiare, soprattutto con Belotti e Baselli (schiacciate di testa fuori), ma il nervosismo palese per lo svantaggio e il decollo di errori non solo al momento dell’ultimo passaggio frenano l’assalto finale alla porta del Palermo, fino all’intervallo. Toro beffato, insomma, ma anche colpevole: per come ha permesso a Rispoli di incunearsi in una voragine, e per la mole di imprecisioni palla al piede, dopo un inizio di partita più che promettente. Troppo pasticcione Boyé, troppo evanescente Iago e impreciso Lukic, a lungo andare, mentre è più apprezzabile, invece, la grinta (e la pulizia) di Gustafson. Per il Palermo, cuore, ardore, ordine tattico e un pizzico di buona sorte: difesa costante in 10 dietro alla palla, e contropiede non appena possibile.

DENTRO LJAJIC - Ripresa. Sinisa vede e prova a provvedere. Esce Boyé ed entra Ljajic, per aumentare il tasso di qualità. Ma, manco a dirlo, proprio il serbo all’8’, ben smarcato in area da Iago, sparecchia al volo altissimo, divorandosi l’1 a 1. Cambio anche nel Palermo: esce Rispoli, acciaccato, ed entra Morganella. Mentre al quarto d’ora Miha passa, come sempre in queste circostanze, al 4-2-4: con Maxi dentro, e fuori il migliore della mediana granata, Gustafson, con tutti i rischi del caso (ma la mossa funzionerà, a questo giro…). Il tecnico rosanero Lopez reagisce: Gonzalez per Sallai. Maxi crea peso e utile pressione in avanti, il cambio tattico porta il Toro in forcing nella metà campo avversaria. Posavec è ripetutamente impegnato, seppur senza correre pericoli enormi, per una decina di minuti.

BALOGH ROSSO - Al 27’ entra anche Iturbe, al posto di Iago. E al 29’, con pieno merito visto il globale dominio granata, il Toro pareggia: angolo, Posavec esce a vuoto e Belotti di testa insacca. Poi, al 31’, la doppietta del Gallo: punizione di Ljajic, Belotti ancora una volta si libera della marcatura e al volo di destro infila il 2 a 1. Ma non è finita. Al 36’ la tripletta, ancora di testa, su punizione-cross di nuovo di Ljajic. Più che un… pennuto, Belotti è davvero il nuovo re d’Italia! Che, oltretutto, poco prima del 3 a 1 aveva anche fatto espellere Balogh, reo dell’ennesimo fallo nei suoi confronti. Il finale è tutto di marca granata, col Palermo al tappeto, svuotato, e il Toro volitivo, sulle ali dell’entusiasmo. Ancora Belotti sfiora il 4 a 1 di testa, così come Maxi, con un tiro deviato da Posavec in angolo. Signore e signori, giù il cappello e avanti con l’applausometro, davanti al Gallo reale.

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