Gran Torino: batte il Genoa e decolla verso l’Europa

Importante balzo in classifica per la squadra di. Mazzarri, che torna in panchina dopo il malore e vara il tridente: Romulo espulso dopo 28' e gol di Kouamé, ribaltato in tre minuti alla fine del primo tempo da Ansaldi e Belotti
Gran Torino: batte il Genoa e decolla verso l’Europa© LAPRESSE

TORINO - Mazzarri torna in panchina, in campo torna il tridente e alla fine torna anche la vittoria casalinga, per il Toro: che ai granata mancava da due mesi (contro il Frosinone). Un bel modo per festeggiare in anticipo il compleanno numero 112: domani. Ma soprattutto l’unica maniera per compiere un salto in classifica, verso il sesto posto. Intanto, Genoa battuto 2-1: con i gol di Ansaldi e Belotti (su rigore) che hanno ribaltato in 3 minuti, alla fine del primo tempo, tra il 47’ e il 50’, la rete di Kouamé del 36’. Il Genoa, oltretutto in 10 dal 28’ del primo tempo, ha fatto poco o nulla per cercare di recuperare, nella ripresa. Il Toro ha giocato nettamente meglio, ha stradominato l’incontro e ha anche avuto molte occasioni (alcune fallite male, però) per volare sul 3-1. Ma questa vittoria, seppur di misura, resta oro, in questo snodo del campionato.

Torino-Genoa 2-1: il tabellino

SUBITO ZAZA - Baselli non è al meglio, in più Mazzarri vuole assolutamente vincere: e così il Toro cambia modulo. Dal 3-5-2 al 3-4-1-2, con Iago trequartista alle spalle di Zaza e Belotti, per la terza volta assieme in campionato dall’inizio della partita. Consueto 3-5-2, invece, per il Genoa, con Piatek e Kouamé davanti. E i granata iniziano subito bene, in specie a sinistra, grazie agli affondi in tandem tra Iago e Ansaldi, quasi sempre calmo, saggio ed efficace nei cross di qualità. Tuttavia, strada facendo, è il Genoa a rendersi più pericoloso. In contropiede: al 15’ (traversa di Piatek da due passi su assist di Bessa, poi erroraccio di Kouamé sulla ribattuta). Occasione anche per il Toro: di Belotti di testa, di poco a lato.

Torino-Genoa 2-1: numeri e statistiche del match

ROMULO ESPULSO - Al 28’ il rosso a Romulo (doppia ammonizione). Tuttavia l’equilibrio del match, pur caratterizzato da un predominio granata, si spacca a favore dei rossoblù al 36’ (dopo che il Genoa era passato al 3-5-1, con Kouamé unica punta e l’inserimento del difensore Gunter al posto di Piatek, incredulo e seccato al momento del cambio): rete proprio di Kouamé da azione d’angolo, perso da Belotti (così come Zaza aveva smarrito in marcatura Bessa, che aveva fatto da torre per il compagno). Ma nel finale arrivava il ribaltone, tutto sommato meritato: al 47’, allo scadere del recupero, il gran gol di Ansaldi con un tiro di prima da fuori, angolatissimo; al 50’ il rigore trasformato da Belotti (fallo di Sandro su Iago in dribbling).

La classifica

OCCASIONI TORO - Pur senza strafare, il Toro, saggiamente, continua ad attaccare alla ricerca del 3-1. Tiri insidiosi da fuori, ma soprattutto un’occasione per Belotti al 12’: si smarca bene in area ma conclude troppo centralmente. Pericoloso anche Zaza: diagonale parato da Radu al 26’. Iniziano le sostituzioni, che spostano gli equilibri tattici solo sul fronte rossoblù, vista la sterilità del Genoa nella fase offensiva: dentro l’attaccante Pandev per il centrocampista Sandro (3-4-2, ora). Altra occasione granata (bomba di Meité deviata in mischia, al 34’), ma soprattutto un minuto dopo: splendido cross lungo di Ola (entrato in luogo di De Silvestri), testa di Belotti e miracolo di Radu, quindi il tiro sull’esterno della rete di Baselli (dentro al posto di Meité). Entra anche Lapadula in attacco, per l’interno Hiljemark: 4-2-3, nei fatti. Mazzarri risponderà con Parigini al posto di Iago sulla trequarti (dunque senza cambiare modulo), ma prim’ancora Baselli avrà una superchance, liberato da Ola: però la sventola al volo è troppo angolata. Al 90’ Parigini lancia Zaza solo davanti a Radu, ma il granata gestisce male il controllo e il tiro ravvicinato è parato (idem su una conclusione da lontano, sempre sua). Infine il fischio finale, col Toro incapace di trovare il tris, ma costantemente in avanti. E senza rischiare nulla, ma proprio nulla, dalle parti di Sirigu.

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