Genoa-Juve 2-0: decidono l'ex Sturaro e Pandev

I bianconeri senza Cristiano Ronaldo accusano le fatiche di Champions e incassano la prima sconfitta in campionato
Genoa-Juve 2-0: decidono l'ex Sturaro e Pandev© www.imagephotoagency.it

GENOVA - L'ubriacatura di Champions lascia alla Juventus tutti i sintomi di una notte brava: cerchio alla testa, riflessi rallentati e un po' di nausea. Non basta la feroce determinazione di alcuni uomini, come Bonucci e Dybala o Bernardeschi nel finale, la stanchezza ha la meglio proprio nel finale di partita, dopo 70 minuti in cui il pareggio era, tutto sommato, la fotografia più fedele della partita. Ironia della sorte, a sbilanciare la gara è l'ex Sturaro che si vendica dello scetticismo e dei fischi subiti a Torino e nelle stesso tempo esce dal suo personale tunnel di infortuni.


E' una sconfitta che non fa male, anche se Allegri non la prende bene (e nel finale grida di tutto ai suoi perché ci credano fino alla fine, manco fosse il terzo tempo di Juventus-Atletico). Non gli piace perdere, gli piace ancora di meno per un calo di tensione. La corsa scudetto non viene certo compromessa dalla prima sconfitta, ma il percorso netto sì e psicologicamente le sconfitte non fanno mai bene. Forse la decisione di schierare un Mandzukic decisamente affaticato dal primo minuto, tenendo in panchina il giovane e scalpitante Kean è discutibile, ma siamo ai cavilli. Ed è sacrosanto aver risparmiato Cristiano Ronaldo, che oltretutto venerdì prossimo giocherà di nuovo con il Portogallo. Adesso la Juventus si disperderà per le nazionali e tra due settimane inizia una nuova stagione, imperniata tutta sui quarti di finale con l'Ajax.

POST ATLETICO - La Juventus di Marassi è per cinque undicesimi quella che ha iniziato la partita perfetta (e assai intensa) contro l'Atletico Madrid e la difesa a tre ricalca quella della sfida di martedì. Non sembra soffrirne più di tanto la squadra di Allegri, robusta e concentrata nonostante l'ubriacatura dell'impresa Champions. Certo la frizzantezza non è la stessa, la Juventus appare leggermente sgasata, soprattutto in fase offensiva, visto che dietro tutto funziona a meraviglia anche con Caceres, Bonucci e Rugani. Il Genoa non è la pattuglia arrembante di Juric che ha sempre atteso la Juventus per travolgere con uno tsunami agonistico, l'impronta prandelliana rende i rossoblù più compassati, così ne esce un primo tempo adatto a smaltire la Coppa per i bianconeri. Occasioni poche: grandissima parata di Perin su Sanabria al 16' e poi un rigore assegnato e poi tolto dal Var al 32' (il tocco di mano involontario di Cancelo è comunque preceduto da un tocco di mano di Kouamé), la Juventus vive di giocate molto bene orchestrate ma carenti in fase conclusiva.

VAR E STURARO - Nella ripresa c'è una Juventus più aggressiva. E non a caso arriva il gol di Dybala che batte a rete con tempismo micidiale un cross corto di Cancelo. Tutto inutile perché il Var si avvede di un fuorigioco millimetrico di Emre Can all'inizio dell'azione: intervento chirurgico ma ineccepibile. E' il 57' e lo scampato pericolo gasa il Genoa che spinge con maggiore convinzione e trova il gol al 72' con Sturaro. L'ex, che esce da un anno da incubo per i reiterati infortuni, trova l'angolo alla sinistra di Perin con tiro da fuori che rimbalza beffardo proprio a una spanna dai guanti del portiere bianconero. La Juventus, con Bernardeschi, Kean e Spinazzola entrati in campo per il finale all'arrembaggio, ma non serve, perché il Genoa raddoppia in contropiede con Pandev e si gode la vittoria che può significare salvezza, non ancora aritmetica ma molto facile ora. Giusto così.

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