Pagina 2 | Serie A, Juve-Verona 2-1: Ramsey e Cristiano Ronaldo firmano la rimonta

TORINO - Ronaldo, Dybala e Ramsey possono creare un triangolo infernale per qualsiasi difesa avversaria. Classe, velocità e imprevedibilità che regalano spettacolo quando scocca la scintilla dell’intesa (è la prima volta che giocano tutti e tre insieme). Per contro il gallese non offre la stessa copertura di Khedira e rende il centrocampo bianconero più vulnerabile al pressing, soprattutto se portato in modo feroce come quello del Verona. E se il dialogo tecnico fra Dylala e Ronaldo è godibilissimo, la coppia CR7-Higuain pare comunque un po’ meglio assortita o, meglio, più efficace per l’occupazione dell’area che al Pipita riesce sicuramente più facile. Demiral ha qualità indubbie, ma l’esordio lo spinge a strafare e l’esuberanza atletica del turco rappresenta un rischio, così come la sua gestione un po’ impacciata del giro palla: deve crescere, controllarsi, abituarsi alla Juventus, ma il ragazzo si farà (e ha le spalle tutt’altro che strette). Le novità della formazione juventina diventano la cosa più interessante della quinta partita della gestione Sarri, quella che passerà alla storia come il primo vero turnover (cinque uomini cambiati rispetto alla formazione di Madrid). Perché in porta c’è anche Buffon e fa un po’ ridire giudicarlo come uno nuovo, ma tant’è si tratta del suo secondo esordio, diciotto anni dopo il primo, e - per la cronaca - è una prestazione eccellente.

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La Juve vince faticando, ma vince meritatamente

PERCHÉ SOFFRE LA JUVE - La Juventus vince faticando, ma vince meritatamente. All’origine della sofferenza ci sono vari fattori: primo, il Verona gioca una partita micidiale per intensità e pressing (se continua così, sarà un problema per molti); secondo, la trasformazione tattica di Sarri comporta un periodo di apprendimento delicato, soprattutto per la fase difensiva; terzo, l’andamento della partita è condizionato da due rigori che potevano essere concessi ai bianconeri (il primo su Ronaldo sullo 0-0 esattamente nell’azione precedente a quella in cui viene fischiato quello per il Verona; il secondo su Higuain sul risultato del 2-1), probabilmente passando in vantaggio e, in seguito, andando sul 3-1 la sensazione di sofferenza sarebbe stata meno accentuata.

IN CRESCITA - La Juventus concede ancora troppo agli avversari. Troppi tiri e troppi spazi: è evidente che questo sia legato al passaggio alla nuova filosofia, situazione aggravata dal fatto di avere in campo uomini nuovi. Sarri è tanto arrabbiato quanto tranquillo: sa dove lavorare, sa che può correggere quel tipo di errori. E il tecnico può essere soddisfatto dell’atteggiamento offensivo della sua Juventus, della ricerca del gol attraverso una manovra fitta, del possesso palla gestito sempre per attaccare e delle tante occasioni create.

PRESSING - La partita inizia con un Verona che aggredisce la Juventus: gli uomini di Juric sono indemoniati e mettono in crisi i bianconeri che comunque hanno subito un’occasione con Cuadrado e poi possono reclamare il primo rigore per la cintura di Faraoni di su Ronaldo. Praticamente nell’azione successiva il Verona ottiene il rigore, sacrosanto, per un fallo di irruenza di Demiral su Di Carmine. Batte lo stesso Di Carmine al 19’ e prende il palo, Lazovic coglie la traversa calciando sulla ribattuta e poi la rocambolesca azione prosegue e un errore di Ronaldo concede la palla a Veloso, che era compagno di CR7 nelle giovanili dello Sporting e che inventa un tiro degno del suo vecchio amico: incrocio dei pali e gol. La Juventus non si scompone, Ronaldo è leader nel trascinare la squadra e farla ragionare, Ramsey indovina un tiro da fuori che, anche per la deviazione di Gunter, finisce per ingannare Silvestri. E’ 1-1 al 31’ del primo tempo e la Juventus finisce in attacco il primo tempo.

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Ronaldo è micidiale e la Juventus è in vantaggio al 4' della ripresa

VOGLIA DI VINCERE - Nella ripresa la ricerca del gol del vantaggio è molto determinata da parte della squadra di Sarri. Questo lascia spazi al contropiede del Verona che a sprazzi ricompare pericolosamente nella metà campo juventina, dove Buffon è salvifico in un paio di occasioni. Il 2-1 arriva su rigore, anche questo solare, per lo sgambetto di Gunter su Cuadrado. Ronaldo è micidiale e la Juventus è in vantaggio al 4’ della ripresa. Seguono altri 45 minuti, compreso il recupero, dei quali resta negli occhi la sofferenza dei bianconeri, che si allungano e un po’ e si difendono più bassi di quanto dovrebbero. Certo la paratona di Buffon su Lazovic fa palpitare, ma sarebbe troppo severo non contare le tante occasioni create per segnare il terzo gol (Cuadrado, Ronaldo, Matuidi, Higuain) create e un altro rigore che potrebbe essere fischiato a Higuain, schiacciato da un difensore veronese. Alla Juventus, insomma, restano i tre punti e la sensazione che quando vuole vincere una partita in Italia, la può vincere.

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La Juve vince faticando, ma vince meritatamente

PERCHÉ SOFFRE LA JUVE - La Juventus vince faticando, ma vince meritatamente. All’origine della sofferenza ci sono vari fattori: primo, il Verona gioca una partita micidiale per intensità e pressing (se continua così, sarà un problema per molti); secondo, la trasformazione tattica di Sarri comporta un periodo di apprendimento delicato, soprattutto per la fase difensiva; terzo, l’andamento della partita è condizionato da due rigori che potevano essere concessi ai bianconeri (il primo su Ronaldo sullo 0-0 esattamente nell’azione precedente a quella in cui viene fischiato quello per il Verona; il secondo su Higuain sul risultato del 2-1), probabilmente passando in vantaggio e, in seguito, andando sul 3-1 la sensazione di sofferenza sarebbe stata meno accentuata.

IN CRESCITA - La Juventus concede ancora troppo agli avversari. Troppi tiri e troppi spazi: è evidente che questo sia legato al passaggio alla nuova filosofia, situazione aggravata dal fatto di avere in campo uomini nuovi. Sarri è tanto arrabbiato quanto tranquillo: sa dove lavorare, sa che può correggere quel tipo di errori. E il tecnico può essere soddisfatto dell’atteggiamento offensivo della sua Juventus, della ricerca del gol attraverso una manovra fitta, del possesso palla gestito sempre per attaccare e delle tante occasioni create.

PRESSING - La partita inizia con un Verona che aggredisce la Juventus: gli uomini di Juric sono indemoniati e mettono in crisi i bianconeri che comunque hanno subito un’occasione con Cuadrado e poi possono reclamare il primo rigore per la cintura di Faraoni di su Ronaldo. Praticamente nell’azione successiva il Verona ottiene il rigore, sacrosanto, per un fallo di irruenza di Demiral su Di Carmine. Batte lo stesso Di Carmine al 19’ e prende il palo, Lazovic coglie la traversa calciando sulla ribattuta e poi la rocambolesca azione prosegue e un errore di Ronaldo concede la palla a Veloso, che era compagno di CR7 nelle giovanili dello Sporting e che inventa un tiro degno del suo vecchio amico: incrocio dei pali e gol. La Juventus non si scompone, Ronaldo è leader nel trascinare la squadra e farla ragionare, Ramsey indovina un tiro da fuori che, anche per la deviazione di Gunter, finisce per ingannare Silvestri. E’ 1-1 al 31’ del primo tempo e la Juventus finisce in attacco il primo tempo.

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