Inter-Juve, Suning contro Exor: un duello da 175 miliardi

Famiglia Zhang contro famiglia Agnelli, due imperi a confronto: e il derby d’Italia diventa mondiale
Inter-Juve, Suning contro Exor: un duello da 175 miliardi

Centosettantacinque miliardi di euro. Al comune mortale è persino difficile immaginare la portata di questa cifra che riassume il fatturato nel 2018 dei due colossi Exor e Suning, azionisti di maggioranza rispettivamente della Juventus e dell’Inter. Il derby d’Italia visto attraverso le due proprietà è un confronto tra imperi, nati a distanza di quasi 70 anni, appartenenti a culture e settori diversi: automobili e partecipazioni in holding da parte bianconera, commercio di elettrodomestici ed elettronica sul versante nerazzurro. Spicca una caratteristica dimensionale: il giro d’affari di Exor è quasi cinque volte superiore a quello di Suning, 143.2 miliardi di ricavi nel 2018 contro i 32 del gruppo cinese, capitanato da Jindong Zhang, che però negli ultimi anni sta accelerando la crescita e riducendo il gap. Nella classifica di Fortune 500, che raggruppa i primi 500 gruppi economici mondiali in base al fatturato, Exor si posiziona 24ª, perdendo 5 posizioni, mentre Suning fa un balzo in avanti, passando dal 427° al 333° posto.

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Exor ha chiuso il primo semestre 2019 con utili consolidati di 2.427 milioni di euro

UTILI TRIPLICATI - Exor ha chiuso il primo semestre 2019 con utili consolidati di 2.427 milioni di euro, più che triplicati rispetto ai 741 milioni dello stesso periodo del 2018. Il balzo dei profitti è riconducibile ai miglioramenti della performance delle controllate e include la quota di spettanza di Exor della plusvalenza generata dalla cessione di Magneti Marelli, pari a 1.092 milioni di euro. Al 30 giugno il valore delle partecipazioni al netto del debito è salito a 23.882 milioni di dollari (circa 21 miliardi di euro) rispetto ai 19.740 milioni di fine 2018, beneficiando soprattutto della corsa di Ferrari. Le azioni della Rossa di Maranello sono cresciuti del 63,3% facendo lievitare di 2,79 miliardi di dollari il valore della partecipazione, come è cresciuto del 34,3% anche il titolo Juventus. Nel piano di sviluppo per il triennio 2019/20– 2023/24 il club bianconero ha lanciato un aumento di capitale da 300 milioni per finanziare gli investimenti utili al mantenimento della competitività sportiva, sostenere la strategia commerciale per l’incremento dei ricavi e della visibilità del brand Juventus nei mercati internazionali, rafforzare la struttura patrimoniale del club. Exor, socio di maggioranza che detiene il 63,77% del capitale sociale, ha già fatto sapere che sottoscriverà la porzione di aumento di capitale di sua pertinenza per un massimo di 191,3 milioni di euro su 300.

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Centosettantacinque miliardi di euro. Al comune mortale è persino difficile immaginare la portata di questa cifra che riassume il fatturato nel 2018 dei due colossi Exor e Suning, azionisti di maggioranza rispettivamente della Juventus e dell’Inter. Il derby d’Italia visto attraverso le due proprietà è un confronto tra imperi, nati a distanza di quasi 70 anni, appartenenti a culture e settori diversi: automobili e partecipazioni in holding da parte bianconera, commercio di elettrodomestici ed elettronica sul versante nerazzurro. Spicca una caratteristica dimensionale: il giro d’affari di Exor è quasi cinque volte superiore a quello di Suning, 143.2 miliardi di ricavi nel 2018 contro i 32 del gruppo cinese, capitanato da Jindong Zhang, che però negli ultimi anni sta accelerando la crescita e riducendo il gap. Nella classifica di Fortune 500, che raggruppa i primi 500 gruppi economici mondiali in base al fatturato, Exor si posiziona 24ª, perdendo 5 posizioni, mentre Suning fa un balzo in avanti, passando dal 427° al 333° posto.

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