I record di Sarri, le lacrime di Simeone, gli specchi del Torino

I record di Sarri, le lacrime di Simeone, gli specchi del Torino© www.imagephotoagency.it

Maurizio Sarri stabilisce due record: nessuno, prima di lui, aveva conquistato 13 vittorie e 3 pareggi nelle prime 16 partite sulla panchina della Juve (battuto il primato di Capello). Nessuno, da tre anni a questa parte, aveva sostituito Cristiano Ronaldo per due partite di fila. Così facendo, il tecnico ha sconfitto un gran bel Milan, è ritornato subito in testa controsorpassando l’Inter, ha dimostrato ancora una volta di non sbagliare una sostituzione: le mosse Dybala e Douglas Costa sono state vincenti. La stizza di Ronaldo per essere stato richiamato al 55’, appartiene al carattere del fuoriclasse che non ci sta a perdere nemmeno una partitella alla Continassa. Ma Sarri ha fatto la cosa giusta al momento giusto: CR7 non sta bene, ha un ginocchio malconcio e non è un robot. Quando serve, anche un fenomeno del suo calibro deve fermarsi.

Il capolavoro di Giulini

La vittoria della Juve ha rintuzzato l’acuto interista, ma c’è un’altra squadra sugli scudi, accanto alla Lazio. Al fischio finale di La Penna, l’implacabile Massimo Fiandrino, statistico enciclopedico di Tuttosport, mi ha immediatamente rovesciato addosso i grandi numeri del Cagliari Rombo di Tuono. E non suoni né irriverente né esagerato l’accostamento al mito Gigi Riva e agli Eroi ‘70 degli epigoni rossoblù, piombati in zona Champions League dopo avere travolto la Fiorentina, infilando il decimo risultato utile consecutivo. La squadra di Maran ha colto la settima vittoria nelle 12 gare iniziali, proprio come nella stagione tricolore ‘69-’70. Un invisibile filo rossoblù lega l’uno con l’altro questi giorni memorabili. Per il Cagliari, per Cagliari e per la Sardegna, nel cui nome vola il club dei Quattro Mori. Il 3 novembre, il Cagliari ha inflitto la prima sconfitta interna all’Atalanta che tre giorni più tardi ha fermato il City in Champions League. Il 7 novembre, Gigi Riva ha compiuto 75 anni e tutto il calcio gli ha tributato l’omaggio che merita. La squadra l’ha reso grandioso il 10 novembre alla Sardegna Arena, teatro di una prova entusiasmante. I gol di Rog e Pisacane, gli assist di Nainggolan, il tacco e le lacrime di Simeone pensando a Davide Astori, l’acuto di Joao Pedro, il bombastico sigillo del Ninja: qui c’è tutto lo strepitoso, primo terzo di campionato nello show sardo. Scaturisce dal capolavoro tattico di Maran e dal capolavoro estivo di Giulini: ceduto Barella all’Inter, il presidente ha reinvestito il denaro ricavato per rafforzare la squadra dopo gli infortuni di Cragno e Pavoletti. Ha creduto nel rilancio ai massimi livelli di Nainggolan; ha preso Olsen, Simeone, Rog, Nandez, Mattiello; ha rinnovato il prestito di Luca Pellegrini; ha riscattato Cacciatore. «Una terra, un popolo, una squadra»: mai come oggi, quelle sei parole dicono che cosa sia il Cagliari del Centenario, da celebrare nel 2020.

Le 6 sconfitte del Toro

Il Cagliari conta 24 punti, 10 in più del Toro, rimessosi in carreggiata a Brescia (Cellino, che errore mandare via Corini, con tutto il rispetto per Grosso), ma è lungi dall’avere risolto i suoi problemi. Mazzarri dixit: «Nella ripresa, in 11 contro 10 abbiamo rischiato di riaprire la partita». E ancora: «Dimentichiamoci questo 4-0. Ci vuole umiltà, l’umiltà dei forti». La stessa è necessaria per non minimizzare ciò che era successo prima di rialzare la testa al Rigamonti. Altro che affermare: «Sono bastate due partite fatte male e qui si sono fatte delle tragedie». Due partite fatte male? Maddai. E l’eliminazione nel playoff di Europa League per mano del Wolverhampton, oggi ottavo in Premier League con 18 punti in meno dal Liverpool capolista? E le sei (6) sconfitte incassate in undici (11) partite prima di Brescia? Toro-Lecce 1-2; Samp-Toro 1-0; Parma-Toro 3-2; Udinese-Toro 1-0; Lazio-Toro 4-0; Toro-Juve 0-1. E i 3 punti in meno rispetto a un anno fa? Mazzarri è un signor allenatore, lavora giorno e notte per il Toro, ma stia attento a non rimirarlo negli specchi deformi, piazzatigli intorno da zelanti zeloti che bistrattano pure i tifosi al Filadelfia. I tifosi hanno la memoria lunga. Anche Tuttosport.

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