Auguri Giovanni Trapattoni, mito del calcio dal campo alla panchina

Compie 81 anni l'allenatore più vincente d'Italia: mediano capace di fermare Pelé in nazionale, è diventato leggenda da tecnico conquistando 7 scudetti con Juve e Inter
Auguri Giovanni Trapattoni, mito del calcio dal campo alla panchina

TORINO – Tanti auguri Trap per i tuoi 81 anni. Giovanni Trapattoni, mito del calcio italiano, spegne le candeline in forma come sempre. Non più di qualche giorno fa l’ex allenatore di Juve e Inter ha lanciato l’appello più gettonato di questi tempi: “E’ il momento di stare tutti in difesa, io resto a casa”, ha detto in un video su Instagram il tecnico di Cusano Milanino. Ebbene sì perché Trapattoni, negli ultimi anni, è sbarcato anche sui social network, con l’aiuto del nipote Riccardo, a conferma della sua eterna curiosità.

Trapattoni, in azzurro ferma Pelé

Nato il 17 marzo 1939, Trapattoni ha vissuto una brillante carriera da calciatore, giocando da mediano e vincendo tanto con la maglia del Milan, tra il 1959 e il 1971. Nel suo palmares con gli scarpini ai piedi ci sono due scudetti, due Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe e una Coppa Italia. Nel 1971-72 ha chiuso la carriera nel Varese. Nel suo curriculum anche 17 presenze e un gol in nazionale con il vanto di aver fermato il grande Pelé a Milano, in un match vinto dagli azzurri per 3-0 nel 1963, anche se quel giorno, a dir la verità, l’asso brasiliano era in precarie condizioni fisiche. Di Trapattoni però si ricorda soprattutto la splendida epopea in panchina: fatte le prime esperienze nel Milan, diventa un mito nella Juventus.

I 7 scudetti di Trapattoni con Juve e Inter

Da allenatore bianconero resta in sella per dieci anni consecutivi, dal 1976 al 1986, vincendo 6 scudetti e tutte le coppe internazionali a disposizione. Passa poi all’Inter e non si smentisce, conquistando nel 1989 “lo scudetto dei record”. Quindi torna alla Juve, vincendo un’altra Coppa Uefa nel 1993. Tecnico all’italiana, attento a non scoprirsi, ha però sempre rifiutato l’etichetta di difensivista anche perché, come amava sottolineare, la sua Juve schierava insieme calciatori offensivi come Boniek, Platini e Paolo Rossi. Diventato giramondo, ha continuato a vincere ovunque: con il Bayern Monaco, il Benfica e il Salisburgo, sua ultima squadra di club nel 2008. Bei ricordi ha lasciato anche nella Fiorentina mentre con Cagliari e Stoccarda è andata male.

Trap ct di Italia e Irlanda

Meno brillante anche la sua esperienza da c.t. della nazionale azzurra, con il flop ai Mondiali del 2002 (complice l’arbitro Moreno) e quello a Euro 2004. Con l’Irlanda invece ha vissuto cinque anni da ricordare, tra il 2008 e il 2013, con lo scippo del Mondiale 2010 sfuggito per un tocco di mano non visto del francese Henry. In una carriera piena di successi (è tuttora l’allenatore con più scudetti, 7, nella storia della Serie A ed è nella top 10 al mondo per vittorie) c’è spazio anche per le sue frasi indimenticabili: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, ormai, è una massima che fa parte della cultura italiana. Buon compleanno Trapattoni, sempre sulla cresta dell’onda.

 

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