Serie A, ripresa degli allenamenti: i club cercano l’intesa

Le società stanno discutendo sulla data: c’è chi ha intenzione di tornare il prima possibile e chi, invece, mantiene una linea più soft e spinge per il rinvio
Serie A, ripresa degli allenamenti: i club cercano l’intesa© Juventus FC via Getty Images

MILANO - Il mondo del calcio scruta l'orizzonte, tra timori e incertezze, cercando di intravedere una possibile data di ripartenza. Difficile, al momento, andare oltre le ipotesi. La certezza, invece, è che alcuni temi strettamente legati all'emergenza Coronavirus rischiano già di creare delle divisioni. Un tema particolarmente caldo di queste ore riguarda la fatidica data di ripresa degli allenamenti. I club di Serie A ne stanno discutendo, rigorosamente in videoconferenza, cercando di arrivare a un punto d'accordo tra le diverse visioni. In sintesi, alcuni presidenti vorrebbero che le squadre tornassero a lavorare il prima possibile, ovviamente garantendo tutte le condizioni di sicurezza; altri mantengono una linea più soft spingendo per un rinvio. Tra chi punta al rientro immediato, non è un mistero, c'è la Lazio di Claudio Lotito che ha fissato la ripresa dell'attività a Formello per lunedì. Anche se, naturalmente, la decisione può essere ritratta nelle prossime ore. Tra i club che vogliono rimettersi al lavoro ci sono anche Napoli, Bologna, Cagliari e Lecce.

Chi è per il rinvio

Il fronte del rinvio è guidato dall'ad dell'Inter Beppe Marotta, che ha ricordato le raccomandazioni dei medici sportivi, ovvero l'interruzione degli allenamenti collettivi almeno fino al 3 aprile. L'assemblea di domani è chiamata a stabilire la linea comune che tutte le squadre saranno tenute a seguire, senza eccezioni: e a questo punto solo il ritorno in campo dal 4 aprile può garantire il principio di uniformità, permettendo peraltro alle squadre in quarantena di poter iniziare alla stessa maniera delle altre. Salvo colpi di scena, dunque, sarà questa la linea che sarà votata in maggioranza e ufficializzata dall'assemblea dei club.

Il taglio degli ingaggi

Rischia invece di diventare il grande scontro delle prossime settimane la questione relativa al taglio degli ingaggi dei giocatori nel caso che la stagione non riesca a concludersi in maniera regolare. Il presidente dela Figc Gravina ha smosso le acque affermando chiaramente che "non dev'essere un tabù" in questa situazione di emergenza, che avrà ricadute economiche non indifferenti e rischia di pesare in maniera notevole sui bilanci di molte squadre. L'ipotesi è una decurtazione del 30% per gli stipendi superiori agli 1,5 milioni lordi l'anno: tanto per fare degli esempi, se venisse applicata lo juventino Ronaldo perderebbe poco meno di 800mila euro al mese (9 milioni all'anno), l'interista Lukaku circa 190mila euro al mese, il milanista Donnarumma 150mila euro al mese. Le società inizieranno a discutere del tema, l'obiettivo è quello di arrivare a una bozza da sottoporre all'Aic: il nodo principale, nemmeno a dirlo, riguarderà l'effettiva percentuale del taglio. La certezza, invece, è che non ci sarà una decurtazione comune per tutti: si intende risparmiare i giocatori con ingaggi al minimo sindacale.

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