Coronavirus, Lippi: "Bisogna concludere il campionato"

Così l'ex tecnico della Juve e della Nazionale: "Sono contrario alle assegnazioni straordinarie di titoli e retrocessioni. I giocatori che ho voluto fortemente? Montero, Nedved, Buffon, Thuram e Camoranesi"
Marcello Lippi ha raggiunto la finale di Champions quattro volte e tutte con la Juventus con tre perse e una vinta contro l'Ajax© CIAMILLO

VIAREGGIO - "Questa situazione sta diventando lunga, troppo lunga, e si stanno prospettando momenti economici di grandissima difficoltà soprattutto per certe categorie di persone. In Cina (dove il tecnico ha allenato anche la nazionale) hanno vinto questa battaglia contro il virus con grande rigore, soprattutto a Wuhan, e ora hanno potuto riaprire l'intera area e riavviare le attività". L'ex allenatore della Juventus, nonché ct della Nazionale italiana campione del mondo nel 2006, Marcello Lippi, ha parlato ai microfoni di Sky Sport dell'emergenza Coronavirus, concentrandosi poi sul futuro del campionato italiano: "Oggi non ci sono le condizioni per giocare a calcio e credo che non ci saranno neppure tra un mese. Ma quando sarà scongiurato questo grande pericolo, io credo che il campionato vada finito anche se a porte chiuse. Non è bello giocare senza pubblico, ma per lo meno vedere le partite in televisione sarà importante: sono contrario alle assegnazioni straordinarie dei titoli o delle retrocessioni, il campionato deve finire sul campo". 

Lippi: "Non tornerò a guidare l'Italia"

"Prima della finale del Mondiale 2006 contro la Francia ho visto nella squadra una grande convinzione: tutti pensavamo che fosse il nostro turno dopo i rigori del 1998 e il golden gol degli Europei 2000. Prima della finale di un campionato del mondo non si dice niente di particolare alla squadra - ha raccontato l'ex ct -. Con le sei partite precedenti si era creata una grande autostima, una grande sicurezza nei ragazzi: i giocatori non vedevano l'ora di andare in campo per vincere, come poi è stato. Tra l'altro dopo la semifinale con la Germania c'erano 15 mila persone attaccate al pullman per festeggiarci". Poi una battuta sul futuro: "Tornare ad allenare l'Italia? No, ho già dato - ha dichiarato Lippi -. Non ho più intenzione di allenare una squadra di club. Magari tra qualche mese, quando mi renderò conto che non ho più voglia di stare a casa, se capiterà una nazionale, magari non troppo lontana geograficamente, potrei anche tornare in panchina. Ma intanto speriamo che questo cavolo di virus la smetta di ammazzare le persone e poi vediamo".

Lippi: "Volli fortemente Montero, Nedved, Thuram, Buffon e Camoranesi"

"Il primo giocatore che ho voluto fortemente è stato Paolo Montero - continua Lippi raccontando un aneddoto sul periodo alla guida della Juventus -. Io lo avevo allenato all'Atalanta e dopo due anni alla Juve, parlando con Moggi, Giraudo e Bettega dissi: 'Io voglio Montero'. Loro mi dissero di chiamarlo. Lo chiamai e lui era a Milano e stava andando nella sede dell'Inter. Io gli dissi: 'Dove vai?'. Lui mi disse: 'Vado a parlare con l'Inter'. Io gli dissi di non andare e di prendere la macchina e di venire a Torino. E lui venne a Torino. Un altro giocatore che ho voluto fortemente è Nedved. Alla trattativa per Buffon e Thuram partecipai anche io, andai anche a Parma. Un altro giocatore che ho voluto fortemente è stato Camoranesi, perché quando giocammo con il Verona ci aveva fatto impazzire. Ci sono stati tanti giocatori che ho voluto fortemente".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...

Serie A, i migliori video