Luca Tommassini: “Stadi vuoti? No, li riempio così!”

Il grande regista e coreografo: “Con la realtà aumentata, in tv si possono fare vere magie”. Genio Tommassini: c’è la tecnologia, porte chiuse ko
Luca Tommassini: “Stadi vuoti? No, li riempio così!”

TORINO - Due diamanti sulla carta d’identità: la data di nascita, il giorno di San Valentino. E la professione. Quale? Potrebbe metterne una decina, da ex ballerino a coreografo, da regista a direttore artistico. In realtà dovrebbe scrivere “Emozionatore”. Luca Tommassini, romano e romanista, calcisticamente parlando, è un artista di caratura internazionale che può vantare collaborazioni con star mondiali. E, nel tempo, come valore aggiunto ha preso il sopravvento la sua modernità: la capacità di far viaggiare la sensibilità artistica sulle onde della tecnologia più esasperata. Per risultati supefacenti. Che lasciano il pubblico a bocca aperta: perché colpito al cuore. E così, con il calcio che spera di ripartire a fine maggio seppur a porte chiuse, con partite trasmesse in tv e il rischio di assistere a spettacoli freddi per l’assenza di pubblico, di colori e cori sugli spalti, abbiamo pensato che il genio di Tommassini avrebbe potuto correre in aiuto del mondo del pallone ferito nell’anima.

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"Una magia e riempio lo stadio"

La risposta, la leggerete tra qualche riga, autorizza la fantasia a divertirsi nella maniera più sfrenata, al punto da immaginare partite di calcio in tv destinate a diventare uno show al cubo. Dove la creatività potrebbe regalare adrenalina simile a quelle che solo i gol sanno innescare: «Anche se sono a casa ho sempre la testa accesa e ho riflettuto in questi giorni a come poter allestire spettacoli televisivi o concerti senza pubblico. Sono allenato a guardare un po’ tutto e tra l’altro mi è capitato di essere consulente della Juventus. Oggi il calcio lo immagino in tv in modo differente ed esistono realtà belle da sfruttare. Per esempio lo strumento che ho utilizzato molto negli ultimi anni è la realtà aumentata. Una tecnologia impegnativa, pochi la sanno fare bene perché è complicata, però consente di aggiungere elementi virtuali alla realtà in diretta. Gli spalti vuoti diventerebbero una sorta di grande schermo dove proiettare qualsiasi cosa. Per cui a un gol potrebbero comparire all’istante migliaia di tifosi che esultano con un effetto “verità” fantastico. Oppure far comparire disegni di bambini, o animare gli stadi con animali, elementi di fantasia, fuochi d’artificio e si può fare anche se si gioca di giorno. In una partita della Roma immagino un collegamento live con Verdone e la Ferilli che esultano a casa loro ma vengono proiettati con immagini giganti a occupare la curva del popolo giallorosso. Sono stato il pioniere della proiezione in tv e nel 2007, dopo un anno di studio, ho battezzato questa opportunità con scenografie emozionanti virtuali che sembravano in realtà vere. Ci vorrebbe una sinergia tra la realtà produttiva della partita e una squadra artistica che dovrebbe occuparsi di questa componente. Certo è che si tratterebbe di investimenti con un costo significativo ma gli stadi potrebbero realizzare una preproduzione da scaricare poi nelle diverse partite. Ci dovrebbe essere un regista di realtà aumentata che con le diverse opzioni già pronte le inserisca live nei momenti clou della partita per cui schiaccia il bottone al gol, al tiro sbagliato. Sinora non l’ha mai fatto nessuno con lo sport ma al Super Bowl quest’anno si è visto nell’intervallo lo show con Shakira e Jennifer Lopez che di fatto in tv sono state inserite nella realtà aumentata. Uno può mettere fuochi d’artificio, fiumi, cattedrali, montagne, qualsiasi cosa. Questa operazione di realtà aumentata l’ho utilizzata nel programma “Dance Dance Dance” su Fox dove facevo il giudice di chi si cimentava a ballare. La scenografia in cui si ballava era virtuale ma appariva vera».

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TORINO - Due diamanti sulla carta d’identità: la data di nascita, il giorno di San Valentino. E la professione. Quale? Potrebbe metterne una decina, da ex ballerino a coreografo, da regista a direttore artistico. In realtà dovrebbe scrivere “Emozionatore”. Luca Tommassini, romano e romanista, calcisticamente parlando, è un artista di caratura internazionale che può vantare collaborazioni con star mondiali. E, nel tempo, come valore aggiunto ha preso il sopravvento la sua modernità: la capacità di far viaggiare la sensibilità artistica sulle onde della tecnologia più esasperata. Per risultati supefacenti. Che lasciano il pubblico a bocca aperta: perché colpito al cuore. E così, con il calcio che spera di ripartire a fine maggio seppur a porte chiuse, con partite trasmesse in tv e il rischio di assistere a spettacoli freddi per l’assenza di pubblico, di colori e cori sugli spalti, abbiamo pensato che il genio di Tommassini avrebbe potuto correre in aiuto del mondo del pallone ferito nell’anima.

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