La differenza fra Ibrahimovic e il ministro

La differenza fra Ibrahimovic e il ministro

«Loro dicono, loro fanno». Per misurare la differenza che c’è fra Ibrahimovic e il ministro italiano per lo sport, sono sufficienti le quattro parole con le quali Zlatan si è complimentato con i tedeschi per la ripartenza della Bundesliga. E poiché «uno è padrone di ciò che tace e schiavo di ciò di cui parla» (Sigmund Freud), preso atto della conversione di Spadafora alla causa della ripartenza, teneramente andata in onda in diretta, ieri sera su Raisport, non si può non spezzare le catene delle parole che hanno tenuto prigioniero il ministro negli ultimi 72 giorni. Verba volant, scripta manent. 8 marzo: «Il presidente della Lega, Paolo Dal Pino, è un irresponsabile fuori dal mondo perché non ha fermato la giornata di campionato. La mancata trasmissione delle partite in chiaro? Non si è trovato l’accordo nel nome del dio denaro. Il calcio vive fuori dalla realtà, metterò mano alla legge Melandri». Sono trascorsi 2 mesi e 20 giorni: naturalmente, non si ha notizia di proposte di modifica alla legge Melandri che tutela l’esclusiva alle pay tv. 22 aprile: «I media si stanno concentrando sul calcio, sulla ripresa o meno dei campionati, ma lo sport non è solo il calcio e il calcio non corrisponde soltanto alla A. Dopo quest’emergenza dovremo riorganizzare questo settore, per garantire ai collaboratori sportivi un bonus che permetta loro di essere trattati alla pari di tanti altri lavoratori». Occhio al bonus ai collaboratori sportivi: sono 37 mila, non si contano più coloro che il bonus non l’hanno mai ricevuto.

29 aprile: «La ripresa del campionato di calcio sinceramente sembra un sentiero sempre più stretto... L’appello da fare alla Lega di Serie A è cominciare a pensare a un piano B, perché le soluzioni possono essere tante». 29 aprile: «Potremmo avere una sorpresa... Se fossi nei presidenti delle società, penserei soprattutto a organizzarmi per riprendere in sicurezza e con tutti gli atleti pronti il nuovo campionato, che dovrà ripartire a fine agosto». 3 maggio: «Leggo cose strane in giro, ma nulla è cambiato rispetto a quanto ho sempre detto sul calcio: gli allenamenti delle squadre non riprenderanno prima del 18 maggio e della ripresa del campionato per ora non se ne parla proprio. Ora scusate ma torno ad occuparmi di tutti gli altri sport e dei centri sportivi (palestre, centri danza, piscine, ecc) che devono riaprire al più presto!». Riapriranno il 25 maggio, salvo sorprese. 13 maggio: «Per lo sport 1 miliardo di risorse complessive. Tra queste, il bonus ai lavoratori sportivi. Ci sarà poi anche il voucher per le palestre». Il fatidico bonus era già stato preannunciato il 22 aprile; il miliardo di risorse dev’essere ancora alla ricerca dei bollini di vidimazione. Ma Spadafora è in eccellente compagnia. Il 16 maggio, Conte (Giuseppe), nei 45 secondi dedicati al calcio, arrampicandosi lessicalmente afferma: «Per avventurarsi a fare una data per la ripresa del campionato, bisogna avere qualche garanzia in più che in questo momento non c’è». In 72 ore, Spadafora deve averle trovate. Meglio tardi che mai.

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