Inter-Juve, è una sfida imperdibile in tutti i sensi

Inter-Juve, è una sfida imperdibile in tutti i sensi© Marco Canoniero

Di che cosa si può discutere e opinare prima di Inter-Juventus? Del ritorno, a orologeria, della goffa vicenda perugina del passaporto di Suarez? O, volendo, della vendita dell’Inter dopo che la stessa era stata smentita dal club e infantilmente respinta da alcuni? Si deduce, dunque, che la partita diventi una nota a margine, considerate anche l’ultima esibizione in coppa Italia di entrambe le squadre, due ore di football non certamente di primissima scelta. Inter e Juventus sono alle prese con imprevisti diversi che non fanno parte della loro storia ma sono fatti di cronaca anche meschini. La vicenda dell’Università di Perugia è tornata in circuito come se si trattasse di uno scoop clamoroso ma ovviamente risponde all’esigenza di alzare polvere là dove già l’aria non è respirabile. Ci si augura che gli inquirenti facciano presto chiarezza, le talpe esistono in ogni dove, le intercettazioni sono pane quotidiano per la magistratura, il popolo non chiede pane ma condanne e squalifiche. Intanto la squadra deve gestirsi da sola, con i guai e i contrattempi di virus e infortuni vari, la formazione allestita contro il Genoa in coppa Italia ricorda le scuole calcio con i bambini che sognano di trovare un futuro, alcuni di essi sarebbero da rimandare a giocare contro il muro, così per imparare la tecnica base, prima delle elucubrazioni tattiche che intossicano il football.

L’Inter ha minori ansie di squadra, semmai è la società a soffrire il logorio della vita finanziaria moderna, stipendi non pagati e cartello affisso “vendesi”, roba triste per un club che ha fatto la storia mondiale con i Moratti, padre e figlio, e si ritrova a essere usato, da indonesiani e cinesi, come una bancarella ambulante per non usare un’altra immagine da marciapiede. Per fortuna c’è la squadra, c’è Lukaku, c’é Hakimi, roba buona e pesante. L’atmosfera ricorda la vigilia delle due finali di Champions di Berlino e Cardiff, con i bianconeri reduci dal titolo ma di fronte ad avversari decisamente più forti al momento, Barcellona e Real. Così è l’Inter di oggi ma le chiacchiere stanno a zero perché conta il campo, conta la testa come ha ribadito la trasferta della Juventus sempre a San Siro. Pirlo ha uomini contati e anche acciaccati, Conte aspetta da sempre di battere la “sua” squadra e uso l’aggettivo possessivo perché questa è la verità, nessuna dichiarazione del salentino può cancellare quello che lui effettivamente sente e sentirà. Partita imperdibile, dunque e nel senso vero dell’aggettivo, nessuna delle due può permettersi di perdere, risultato e faccia, presente e futuro.

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