Cairo contro Lotito e Lotito contro Cairo, atto 2°. Dopo la 1ª vittoria granata davanti al giudice sportivo, venerdì, in merito alla partita di ritorno non disputata tra Lazio e Torino (rinvio e nessuna sconfitta a tavolino per i granata, assenti per quarantena domiciliare da Covid disposta dall’Asl), stamane si apre un’altra battaglia legale: connessa soprattutto (ma non solo) alla gara dell’andata, vinta dai biancocelesti 4 a 3 al 98’ (con 2 reti nel recupero tra grandi contestazioni del Toro per un rigore assegnato alla Lazio; 1° novembre).
Alle 11: videoconferenza
«Cairo mi odia, ma perde sempre», disse Lotito giorni dopo. Sentimenti ricambiati, aggiungiamo. L’avversione tra i due perdura da anni, ma ormai in crescendo, tra battaglie legate alla politica sportiva, al governo del calcio, all’innalzamento dei ricavi e alla loro divisione, al mercato e ora anche nei tribunali sportivi. Resta il fatto che adesso a processo va Lotito con la sua Lazio, non Cairo e il Torino. E per imputazioni gravi, secondo la Procura federale: perché investono non solo aspetti meramente sportivi, ma, inevitabilmente, anche la tutela della salute, individuale e collettiva. Non parliamo mica solo di un “banale” rinvio di una partita, insomma. Ma dei cosiddetti tamponi “ballerini” di marca laziale, oscillanti tra negatività e positività nell’alternanza di gare in campionato (una contro il Toro e una contro la Juve) e in Champions. La Procura federale accusa, i giudici del Tribunale nazionale Figc sentenzieranno, intanto il Torino ha chiesto di poter costituirsi come parte interessata. Ne ha diritto: di mezzo c’è proprio una sua partita ammaccata, anzi tamponata dalla Lazio (battutina, per carità).
Quell'esposto granata
Appuntamento oggi alle 11 in videoconferenza. All’attenzione del Tribunale federale nazionale, appunto il presidente della Lazio, deferito per responsabilità diretta, e i due responsabili dello staff medico biancoceleste, Ivo Pulcini e Fabio Rodia. Un processo nato a seguito dell’esposto proprio del patron del Toro, che il 5 novembre chiedeva già alla Procura di vederci chiaro sul match del 1° novembre. A quella partita, stando al deferimento, non avrebbero dovuto partecipare Ciro Immobile, Lucas Leiva e Thomas Strakosha.
