Un campione del mondo al Lecce: Umtiti tra mercato e valori umani

La storia del difensore francese, travolto dall'affetto dei tifosi giallorossi, riconcilia con un calcio fatto di passione. Al contrario di alcune mancanze di rispetto e dell'ostilità che spesso si manifestano quando si parla di giocatori milionari
Un campione del mondo al Lecce: Umtiti tra mercato e valori umani© LAPRESSE

TORINO - «Cercavo tranquillità e delle persone umili. Voglio offrire alla squadra le mie qualità e il mio buonumore». Archiviate le tensioni delle contrattazioni, affievolite (ché quelle non si spengono mai) le polemiche social intorno a qualsiasi notizia che non incontri il gradimento tifoso, messi da parte conti e bilanci... Ecco, dopo tre mesi di tutto questo, noi vogliamo ricordare l’ultimo mercato per le parole e le lacrime di commozione di Samuel Umtiti, travolto dall'educata passione dei tifosi del Lecce. Lo show per la presentazione di Dybala è stato uno dei momenti più iconici di questo mercato, ma l'accoglienza riservata al francese ci è parsa più spontanea e meno costruita. Anche perché, è chiaro, i tifosi del Lecce mai si sarebbero aspettati di poter avere in squadra un campione del mondo. Sì, certo: reduce da mesi (dilatatisi ormai a tre anni...) di crisi e contestazioni, ferito nel fisico ma soprattutto nell'animo per lo scetticismo di cui è stato oggetto a Barcellona. Così le sue lacrime di commozione nel piccolo aeroporto di Brindisi, lui che ha respirato la grandeur dei Bleus in trionfo sugli Champs-Élysées, sono già un punto giusto da cui ripartire per la ricostruzione dell'uomo prima ancora del calciatore, perché dalla prima figura discende la seconda. Sempre.

La ricerca della felicità

Sia chiaro: lungi da noi l'intenzione del buonismo, della facile retorica o, peggio, dell'edulcorata narrazione di zuccherose favolette. Anzi, proprio perché non siamo abituati a concedere sconti di fronte alla narrazione di certi personaggi la cui immagine non corrisponde alla realtà dei fatti, ci pare all'opposto che si stia sempre più passando il segno nella mancata considerazione dell'aspetto umano dei calciatori con i loro sentimenti, le fragilità, le ansie e le aspirazioni. Componenti che in troppi si sentono in diritto di calpestare a fronte di logiche tifose o con l'alibi della busta paga, come se il danaro potesse autorizzare le offese, la mancanza di rispetto, la volgarità. È una ferocia che stordisce, per esempio, quella di coloro che sbeffeggiano le condizioni fisiche di Ilicic senza il minimo rispetto per la sua (nota, eh: nulla di misterioso) sofferenza. Così si è rivelata spietata l'ostilità dei tifosi del Barcellona nei confronti di Umtiti la cui colpa era quella di voler testardamente tornare quello di un tempo nonostante gli infortuni. Ma la gente non gli perdonava quell'ingaggio di 12 milioni netti, neanche l'avesse estorto lui agli improvvidi dirigenti che hanno mandato a gambe all'aria i conti blaugrana. E nemmeno la “spalmatura” dello stipendio è bastata a placare la ferocia: per tutti quelli che frequentavano il Camp Nou è rimasto comunque un indesiderato da cacciare. E poco importa se, ora che se n'è andato, il Barcellona lo stipendio glielo pagherà comunque: l'ostracismo ha vinto e geniale è stato Pantaleo Corvino a immaginarsi l'affare e a disegnare una storia di calcio e di uomini. Lecce, così, ha il suo campione del Mondo e Umtiti ha il suo “posto delle fragole” da cui partire per rimettere nelle caselle giuste i trionfi, le delusioni e ricostruire se stesso. Non c'è nulla di meglio della provincia italiana, quella civile e accogliente, per provarci: male che vada potrà dire di essersi commosso per la felicità. Chissà da quanto tempo non gli capitava più per il pallone…

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