Thauvin, il cavaliere dell'Udinese: il rischio ritiro, il Messico, la Francia e il Marsiglia

Le avventure in Ligue 1, il Mondiale del 2018 e tanti colpi di scena : la storia dell'attaccante
Thauvin, il cavaliere dell'Udinese: il rischio ritiro, il Messico, la Francia e il Marsiglia© AFPS

Palleggi, colpi di scena e rinascite: la carriera di Thauvin è un Moulin Rouge di emozioni. Movimenti alla can-can per sedurre i tifosi e annientare gli avversari e tante cadute, ma sempre con il suo stile. Dalla Francia al Messico ha lasciato il segno. Ora potrà farlo anche in Italia, dal suo amico e connazionale Giroud. E pensare che potevano giocare anche insieme:  "Il mio futuro doveva essere al Milan ma loro non conoscevano il budget per la stagione successiva" - queste le sue parole a Canal+. Niente rossonero, ma bianconero, quello dell'Udinese, che di talenti ne ha lanciati tanti e ora ha intenzione di recuperne un altro.

Il rischio ritiro, il miracolo Bastia e la Francia

La carriera di Thauvin inizia nel peggiore dei modi, con il rischio ritiro. A 15 anni al Grenoble la diagnosi è di quelle spietate: frattura vertebrale e tanti punti interrogativi sulla sua carriera. Non si arrende, si cura e viene integrato alle squadre giovanili. Dopo poco più di due anni fa l'esordio in prima squadra, ma a fine anno il suo contratto non viene rinnovato. Qui cambia la sua vita. Il Bastia bussa alla porta, lui accetta. Vince la Ligue 2 e dopo qualche mese in Ligue 1 diventa insostituibile: segna dieci gol in stagione e vince il premio miglior giovane.

La Francia lo nota e lo convoca, con la selezione U20 vince il Mondiale del 2013 in Turchia da protagonista, segnando anche due gol nelle semifinali contro il Ghana. Non passa più inosservato e finisce nelle liste di tanti osservatori. Con la Francia poi vincerà i Mondiali nel 2018 e riceverà l'onorificenza di Cavaliere. Dal rischio ritiro al tetto del mondo. Neanche nei sogni.

I problemi al Lille, il bello e il brutto al Marsiglia e il Tigres

Nella sua vita da "eterno incompreso" possiamo sicuramente menzionare la breve parentesi al Lille. L'avventura non è di quelle belle, gioca una partita e poi decide di non allenarsi rinunciando a 1500 euro al giorno. Vuole il Marsiglia e lo accontentano. Nella "città focea" diventa un idolo, ma con i suoi tempi. Prima gioca soltanto una stagione, poi passa al Newcastle, ma non fa bene. Fa nuovamente ritorno in Francia e questa volta per più di cinque anni. Gol, belle giocate, tanti assist, ma anche qualche parola di troppo. Come quelle dette all'Equipe dopo la sconfitta contro il Bordeaux: "Sono stanco, siamo stati penosi in questa stagione. È sempre la stessa storia, ne ho abbastanza. La corsa al terzo posto è finita e anche se ci qualificassimo per la Champions League che senso avrebbe? Siamo spazzatura!".

Dopo la Francia passa a sopresa in Messico al Tigres convinto dal suo amico Gignac, con il quale ha giocato anche l'Olimpiade di Tokyo 2020 da fuori quota. Gioca, segna, ma la chiamata dall'Europa lo convice a cambiare aria. Il prefisso è quello italiano, i colori bianconeri. L'Udinese per ripartere e tornare a ballare il can-can.

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