Inter-Milan, Calhanoglu sfida Theo: sono gli accendi derby

I tifosi rossoneri non hanno ancora perdonato il passaggio (da svincolato) del turco ai rivali cittadini, il francese protagonista di tante scintille con gli interisti
Inter-Milan, Calhanoglu sfida Theo: sono gli accendi derby© AC Milan via Getty Images

I derby sono sfide particolari che vivono anche su giocatori in grado di catalizzare la rivalità cittadina. La sfida tra Inter e Milan non fa eccezione. Nel recente passato queste figure sono state rappresentate da Marco Materazzi, Rino Gattuso e Massimo Ambrosini. Oppure andando indietro di qualche anno in maglia nerazzurra il protagonista assoluto era Nicola Berti, amatissimo dai tifosi anche per la sua capacità di interpretare il derby da mattatore. Un atteggiamento che provocava la reazione delle bandiere milaniste, come Paolo Maldini. È stato lo stesso Berti a raccontare che per due anni non ha parlato col capitano rossonero dopo alcune scaramucce sul prato. Anche gli spazi di quei tempi all’interno dello stadio avvicinavano di più i calciatori. È il caso della palestra dove entrambe le squadre si riscaldavano prima del via, il luogo dove cominciavano le prime punzecchiature in attesa del seguito sul campo.

I nuovi rivali

In questo momento i personaggi che incarnare lo spirito da derby sono Hakan Calhanoglu e Theo Hernandez. Il primo per il passato rossonero, il secondo per l'indole battagliera. Sono i volti di questa nuova epoca della rivalità cittadina sotto la Madonnina, scandita dai due ultimi scudetti vinti da Inter e Milan, dalla semifinale di Coppa Italia della scorsa stagione e dalla Supercoppa dominata dai nerazzurri due settimane fa a Riad. Calhanoglu, dopo aver lasciato il Milan per passare a parametro zero all’Inter nell’estate 2021, è diventato il bersaglio di cori ostili e insistiti da parte del pubblico rossonero. E anche i suoi ex compagni non si sono trattenuti durante i festeggiamenti in occasione del tricolore conquistato a maggio dell’anno scorso. Il fantasista turco tiene il punto con fermezza (nonostante un'indole apparentemente mite e pacifica) come dimostra la freddezza con la quale ha trasformato il rigore sotto la curva rossonera nel derby di andata dello scorso campionato. Dopo il 3-0 in Arabia Saudita, ha parlato di «karma» alla base del successo nerazzurro, conseguenza proprio di quelle celebrazioni rossonere che lo hanno fatto soffrire: «È stato troppo pesante». Hernandez non si tira mai indietro. Non solo quando c’è da correre da una parte all’altra del campo sulla corsia sinistra. Ma anche per l’intensità nei duelli individuali. Un anno fa ha chiuso il derby con qualche secondo di anticipo per il cartellino rosso rimediato a causa di un’entrata molto dura su Dumfries, seguita da qualche parola di troppo con Lautaro. Anche nel derby di andata l’ex terzino del Real Madrid ha sfiorato l’espulsione per somma di ammonizioni a causa di un fallo al limite del secondo giallo ancora su Dumfries. I due giocatori arrivano al derby in modo opposto. Calhanoglu è in un buon momento dopo essere stato inventato da Simone Inzaghi nel ruolo di regista per ovviare all’infortunio di Brozovic. Hernandez, invece, sul campo sta vivendo le settimane peggiori da quando è al Milan in pieno deficit post-mondiale, figlio anche della delusione per la sconfitta in finale con l’Argentina di Lautaro. Il derby è ideale per andare oltre la stanchezza fisica con la carica dell’adrenalina. Lo sfondo è pronto, come sempre per la stracittadina di Milano: San Siro è esaurito con 75mila spettatori per un incasso di 5,8 milioni. Festeggia l’Inter che gioca in casa da calendario: è il secondo botteghino più ricco di sempre per il club nerazzurro dopo quello di Inter-Juventus dell’ottobre 2019 che arrivò a quota 6,5 milioni.

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