Juventus e Torino: amori diversi, più veri nelle avversità

Le anime del derby tra Di Maria, Pogba, il Filadelfia e la Maratona
Juventus e Torino: amori diversi, più veri nelle avversità

Amori diversi, ma non per questo uno più amore dell’altro. L’amore degli juventini è quello, dichiarato, per Di Maria che in questi tempi grami (per le prospettive del domani, più che per le difficoltà di oggi) rappresenta e riassume l’idea del giocatore (il fuoriclasse) che una volta nella squadra bianconera era regola e non eccezione; e poi c’è quell’altro, evocato, per Pogba che la differenza l’ha fatta per anni nel passato ma deve tornare a dimostrare di avere un senso nel presente.

Presente che si chiama derby, anche se per i tifosi del Toro ormai è diventato difficile chiamarlo ancora così. O quantomeno considerarlo tale, rielaborando le penose statistiche in tema dell’infinita e sfinente epoca Cairo. Eppure stamane i granata più calienti si sono dati appuntamento per riempire il Filadelfia, dopo averlo fatto finalmente aprire – su persuasiva richiesta della Curva Maratona alla società e a Juric – per compensare la scelta (polemica legata alla “schedatura” che comporta l’acquisizione di biglietti allo Stadium) di disertare martedì il settore ospiti.

Incitamento preventivo, come quello degli juventini per far firmare un nuovo contratto a Di Maria e per far tornare Pogba in campo, che con questa Juve non ha mai visto se non (per una volta) dalla panchina e (tutte le altre) dalla tribuna, a parte gli allenamenti più o meno intensi alla Continassa. Amori diversi, sì, figli della crisi e non della prosperità. Ma proprio per questo ancora più veri.

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