Lega Serie A, c’è anche Barclays: un po’ di Premier in Italia

Il partner del massimo campionato inglese è interessato a entrare nel nostro calcio: cosa sta succedendo

MILANO - C’è un po’ di benessere da Premier League all’orizzonte della Serie A. Tra i soggetti finanziari internazionali interessati a entrare in affari con la Lega è presente anche la banca britannica Barclays, uno dei principali partner commerciali della Premier, per anni addirittura title-sponsor che ha legato il suo nome al campionato inglese. Barclays si aggiunge all’elenco di società che si sono fatte avanti con Via Rosellini negli ultimi mesi, completato da Jp Morgan, Goldman Sachs, Citi, Apollo, Searchlight e (in cordata) Carlyle/Apax/Three Hills. L’assemblea della Lega in programma fra tre giorni servirà proprio a esaminare queste offerte per capire quale strada intraprendere.  

Tre i percorsi possibili

I percorsi sono tre. I maxi-finanziamenti delle banche d’affari, finalizzati a realizzare il canale della Lega, attutendo il rischio di impresa dei club, senza una modifica dei vertici dirigenziali della Serie A. L’approccio dei fondi di private equity che mirano a entrare nell’azionariato della Lega sotto forma di nuova media-company, con l’inserimento di figure manageriali esterne. E una strada ibrida a metà strada tra prestito bancario e acquisto di quote, studiato in particolare sull'attività di cessione dei diritti esteri, il vero tallone d’Achille della Serie A. Quest’ultima soluzione è sostenuta soprattutto da Apollo. Ma non mancano proposte intermedie anche nei dossier delle altre società. Il campo comunque è diviso in modo abbastanza chiaro: le banche Jp Morgan, Goldman Sachs, Citi e Barclays, i fondi Apollo, Searchlight e Carlyle/Apax/Three Hills.  

Cosa pensano i presidenti

In questo momento sembrano raccogliere più favore le banche. Alcuni presidenti, a partire da Lotito e De Laurentiis, non vedono di buon occhio i fondi di private equity perché temono di cedere ricavi sicuri a beneficio di soggetti esterni al calcio italiano finendo per rimetterci più che per guadagnarci. Negli ultimi giorni questa posizione è stata notevolmente rafforzata dalle dichiarazioni londinesi del proprietario del Milan, Gerry Cardinale, che ha espresso la sua contrarierà ai fondi di private equity pur essendo a capo di un soggetto simile, come RedBird. «Non dobbiamo ipotecare il futuro», ha detto con chiarezza Cardinale. Il club rossonero ha appoggiato nelle ultime assemblee l’ipotesi Jp Morgan. E l’ingresso di Barclays, un nome che rimanda fortemente allo sviluppo impetuoso della Premier League negli ultimi decenni, può rappresentare un altro punto a favore delle grandi banche.

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