ROMA - No, non hanno abolito lo "Ius Soli Sportivo", anche se la burocrazia italiana non perde occasione per dimostrare quanto sia la più grande nemica della nostra democrazia. Per fortuna, però, la storia ha un lieto fine sotto forma di circolare della Figc che sistema il pasticciato equivoco delle ultime ore.
Cos'è lo Ius Soli Sportivo
Andiamo con ordine: il cosiddetto "Ius Soli Sportivo" era una legge grazie alla quale le società sportive italiane potevano tesserare i ragazzi stranieri sopra i dieci anni (purché "regolari"). Il precedente Governo aveva iniziato un iter per allargare quel diritto, eliminando i limiti di età, con il solo vincolo di dimostrare la frequentazione scolastica di almeno un anno. Insomma, la legge non è stata abrogata, ma è stata migliorata, aumentando l'inclusività della stessa. Infatti il decreto legislativo, visto che l’articolo 16 comma 3 recita: «I minori di anni diciotto che non sono cittadini italiani, anche non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno, laddove siano iscritti da almeno un anno a una qualsiasi classe dell’ordinamento scolastico italiano, possono essere tesserati presso società o associazioni affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali, alle Discipline Sportive Associate o agli Enti di Promozione Sportiva, anche paralimpici, con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani di cui ai commi 1 e 2».
L'inceppamento
Ma il meccanismo si è inceppato all'atto pratico della presentazione dei documenti, perché la Figc si è trovata a gestire burocraticamente il modo con cui dimostrare la frequentazione della scuola e, nel dubbio, si è allineata ai parametri della Fifa, che sono molto più esigenti e richiedono una documentazione estremamente difficile da presentare per un immigrato (certificato di nascita e di lavoro dei genitori), questo perché la Fifa ha pensato quel regolamento per combattere la tratta dei giovani calciatori. Insomma, di fronte a quelle richieste, molti tesseramenti sono stati bocciati e tecnicamente è stato rifiutato lo "Ius Soli Sportivo". Da qui, per esempio, il caso della squadra emiliano "Progetto Aurora".
Il lieto fine e la circolare Figc
A questo punto è stata presentata un'interrogazione parlamentare da parte del PD con l'obiettivo di chiarire in modo più comprensibile i termini della nuova legge, che non ha abrogato lo "Ius Soli Sportivo", ma anzi lo ha allargato e per il quale può bastare la dichiarazione del dirigente scolastico che attesti la frequenza del bambino o del ragazzo. E, nel frattempo, la Figc ha emesso una circolare chiarificatrice, come ha spiegato Mauro Berruto, deputato Pd e responsabile sport del Partito Democratico, che si è occupato della vicenda: «La Figc ha chiarito con una circolare, che mi auguro abbia ampia diffusione, che occorre rispettare la legge: ovvero che tutti i minori privi di cittadinanza italiana possono essere tesserati (senza più il vincolo di aver compiuto i 10 anni di età) semplicemente dimostrando di avere un anno di frequentazione scolastica. Lo Ius Soli sportivo non è affatto abrogato e continua ad essere un presidio di civiltà. E credo sia evidente che mai una federazione potrebbe abrogare una legge dello stato. C'è stata molta confusione, purtroppo, per cui continuiamo a sottolineare la necessità di una comunicazione efficace e di definire procedure semplici e chiare per il tesseramento dei minori senza cittadinanza italiana, nel rispetto di quel 'valore sociale' dello sport ora riconosciuto anche dall'art 33 della nostra Costituzione».