Quanti giocatori sono effettivamente coinvolti nello scandalo che sta travolgendo il calcio italiano? E in che modo lo sono? La risposta a questa domanda può delimitare il confine fra la brutta botta e il disastro. Perché il peggiore scenario possibile potrebbe produrre squadre diroccate dalle squalifiche e un campionato, già abbastanza impoverito, scendere definitivamente all’inferno.
Le cronache trasmettono prospettive allarmanti e il panico è il sentimento più diffuso nell’ambiente perché nessuno, dai tifosi ai dirigenti, passando dai giocatori stessi, riesce a essere veramente tranquillo. Intanto ci si straccia le vesti, si invocano profonde riforme come in una specie di litania laica che accompagna ogni difficoltà che emerge nel nostro Paese, infremezzandole con l’inevitabile inasprimento delle pene. Ci si domanda il perché dei ragazzi baciati dal talento, buttino via quantità enormi di denaro e una vita nella quale guadagnano tantissimo, hanno un sacco di tempo libero e uno stile di vita scimmiottato qua e là, non certo ispirandosi ai più intelligenti dei loro colleghi, spesso ritenuti noiosi.