MILANO - Gabriele Gravina ha tracciato un percorso di riforme con novità vantaggiose per la Serie A, in mezzo a scoppi di tensione motivati da circostanze distanti dall’agenda alla base della presenza del presidente Figc all’assemblea di Lega a Milano. Gravina ha messo sul tavolo le sue idee nell’ambito dell’iter che potrebbe condurre, senza un accordo complessivo, all’eliminazione del diritto di veto in mano alle singole componenti. Quasi tutti gli intervenuti – tra gli altri Adriano Galliani, Luca Percassi e Urbano Cairo – hanno detto a Gravina che questo strumento non deve essere toccato. «È un diritto della Serie A decidere il numero delle proprie squadre», ha ribadito il presidente della Lega, Lorenzo Casini.
Lega Serie A, l'intenzione di Gravina
Non è questa l’intenzione di Gravina che, anzi, ha proposto un disegno in grado di soddisfare richieste storiche della massima divisione. Gravina è disposto ad aumentare il peso della Serie A all'interno dell’assemblea federale, ora pari al 12%, da sempre considerato riduttivo dalla categoria che distribuisce risorse a tutto il calcio italiano. L’aumento della percentuale sarebbe la conseguenza dello snellimento delle squadre di Serie C – in seguito a parametri più severi per l’iscrizione e al blocco dei ripescaggi dai Dilettanti – con l’accorpamento di Lega B e Lega Pro. In questo modo calerebbe la quota di mutualità. Un’altra contrazione della spesa dal basso verso l’altro arriverebbe dalla diminuzione delle retrocessioni in B: non più tre sicure, ma due in caso di vittoria della terzultima di A nello spareggio con la terza di B. Così si sgonfierebbe il paracadute economico per chi lascia la massima divisione. «È stata una tappa di avvicinamento. Vedo una Serie A vogliosa di centrare un'evoluzione del calcio italiano. Questo mi fa stare molto più tranquillo», ha detto Gravina all'uscita. Le proposte sono interessanti e potrebbero condurre a una fumata bianca.