Come volevasi dimostrare, l'ente governativo che spazza via la Covisoc non soltanto costerà nove volte tanto, ma lede l'autonomia della Figc e mette a repentaglio il futuro dei club italiani nelle Coppe europee. La genialata del Palazzo che se ne infischia dei regolamenti internazionali ,potrebbe costare molto cara al calcio italiano. A rivelarlo, comprensibilmente preoccupato, è stato Gabriele Gravina, durante l'audizione davanti alla Commissione Cultura della Camera sul decreto governativo da convertire in legge che istituisce il nuovo organismo destinato a soppiantare la Covisoc, dalla quale quattro membri si sono già dimessi. «Abbiamo ricevuto da Uefa e Fifa una mail molto severa. Zurigo e Nyon ci invitano a fare pressione sull’autorità di Governo affinché si torni indietro su questo provvedimento che viola l’autonomia dello sport. La norma viola non solamente i principi dell’economia di mercato, ma risulta chiaramente non in linea con i principi dell’autonomia sanciti dalle sentenze della Corte costituzionale».
Le parole di Gravina
Per ora gli uomini di Ceferin e Infantino non ventilano sanzioni, poiché il decreto non è stato ancora convertito, ma scatteranno se diventerà legge. Punto per punto, citando diversi articoli degli statuti di entrambi gli organismi internazionali, è stata rimarcata l’incompatibilità con la commissione, i cui padri sono i ministri Giorgetti e Abodi, che dovrà sostituire la Covisoc: «La norma vìola non solo i principi dell’economia di mercato, ma risulta chiaramente non in linea con i principi dell’autonomia sanciti dalle sentenze della Corte Costituzionale». Gravina ha soggiunto: «Non vedo nessuna necessità di urgenza: la Covisoc non segue il quadriennio olimpico, i suoi controlli sono bimestrali e molto più rigorosi del nuovo ente, tutte le squadre sono state regolarmente iscritte. Le società di calcio professionistiche sono cento, tutte società di capitali, per azioni, e come tali sono sottoposte alle norme del codice civile. La nuova Commissione, - ha sottolineato - dovrebbe indicare misure correttive riparatrici all’interno della gestione della società, ma perché’ applicarle solamente alle società di capitale del mondo del calcio? Vedo una disparità di trattamento rispetto ad altri settori dell’economia del nostro Paese e la norma sembra istituire una struttura burocratica centralizzata e governativa, sotto tutti i punti di vista, non affatto agile e non riusciamo davvero a comprendere come possa dialogare: avremo un organismo per la missione, un organismo per i controlli periodici che rimangono, credo, per quello che abbiamo letto, il consiglio federale, il collegio di garanzia e due di gradi di giudizio a livello attivita’ della magistratura amministrativa. Come se non bastasse, la Covisoc alla Figc costa 400 mila euro, la commissione 3,5 milioni. Nell’economia di mercato è previsto l’indebitamento e vengono applicati e rispettati i principi di legge previsti per tutte le società».
I numeri del calcio italiano
Ancora una volta, un'invasione di campo della politica minaccia l'autonomia dello sport, in questo caso del primo sport nazionale, il più praticato, seguito dal nuoto e dal ciclismo. Il calcio in Italia determina un notevole impatto socioeconomico, con un valore stimato di oltre 4,5 miliardi di euro nel 2022, secondo il Report Calcio 2023 della FIGC. Nel corso dell’anno, l’industria calcistica ha generato ricavi diretti di 5 miliardi di euro e ha contribuito in modo significativo al Pil, con un valore di 11,1 miliardi di euro e la creazione di quasi 126.000 posti di lavoro. Con 99 club di calcio professionistici nel Paese, il calcio rappresenta il 73,1% delle tasse pagate dal settore sportivo italiano. Negli ultimi 15 anni, questa contribuzione è stata di 16,8 miliardi di euro, con un notevole effetto moltiplicatore: 18,9 per ogni euro investito.