Andrea Colombo era alla terza gara di questa stagione, dopo essersi guadagnato il titolo di internazionale in quella passata. L’arbitro lombardo in Genoa-Juventus si comporta bene sugli episodi importanti, però nella sua prestazione c’è anche qualche sbavatura.
Tecnico e disciplinare
Tre gli episodi sotto la lente di ingrandimento. Il primo: mancano un fallo e un giallo a Mattia Bani per un intervento su Weston McKennie al limite dell’area. Il VAR non può intervenire perché, seppur di poco, siamo fuori dai sedici metri. Poi il fallo di Morten Frendrup su Nico Gonzalez, simile a quello di Bartesaghi su Banda. Se il direttore di gara avesse estratto il rosso, il VAR non sarebbe intervenuto. Al netto delle minime differenze tra i due casi (per esempio la velocità e il punto di contatto, che a Genova era più alto), servirebbe sempre una soglia uniforme di valutazione. Giusto il rigore, letto direttamente sul campo: Koni De Winter tocca il pallone con il braccio molto largo (forse in maniera istintiva ma comunque punibile), togliendo il possesso agli avversari.
Personalità e controllo
Una partita a porte chiuse cambia il pathos e talvolta “agevola” il lavoro dell’arbitro. In questo caso Colombo gestisce gli animi e la partita con padronanza.