Paolo Di Canio, Juventus-Lazio è la sua partita. Partiamo dai bianconeri: prime sensazioni? "Stiamo già vedendo la compattezza, l’attitudine e la mentalità giuste. È una squadra che non prende gol e che difficilmente dà la possibilità all’avversario di fargli male. Invece, sotto il profilo offensivo ammetto che mi sarei aspettato di più: certo, non un gioco alla Guardiola, perché Thiago Motta è bravo, però, l’abbiamo detto tutti, non è che il Bologna rubasse l’occhio, comunque occupava spesso la metà campo avversaria con tutti gli elementi. Quel Bologna era una squadra che ripartiva molto bene, con un attaccante abile nel tenere palla e gli altri che si buttavano dentro, anche con Calafiori in uscita palla al piede. Era una squadra bella, dinamica, forte, compatta, molto organizzata. Però, alla Juve, con questi giocatori, uno poteva pensare di vedere qualcosa di più a livello di proposta offensiva, almeno più velocemente. Io me lo aspettavo: qualcuno è vero che è arrivato all’ultimo momento, prima del campionato, però la classifica sorride ed è una cosa positiva. E l’impatto in Champions League è stato notevole".
Si aspettava maggiore slancio dopo la vittoria rocambolesca di Lipsia?
"Sì. Poteva essere, e magari lo sarà, un punto di svolta anche nella proposta offensiva, perché la Juve è una squadra che ha costruito, che è ripartita, ma ha anche costruito in manovra nella metà campo avversaria. Ha giocato in maniera diversa da come aveva fatto in campionato: ha continuato a creare molto, ad avere armonia nel dialogo fra i giocatori, perché quello è evidente. Con il Cagliari non si è vista questa svolta: se avesse giocato con la stessa intensità di Lipsia, non ci sarebbe stata partita. Ma ci vuole tempo, è un processo di crescita: tanti giocatori sono nuovi e non si conoscevano. Mi aspettavo una proposta offensiva diversa, invece ho apprezzato la fase difensiva fatta da tutti gli elementi, naturalmente dal portiere ai 10 di movimento, con grande determinazione, applicazione, abnegazione, in missione. Lo sviluppo della manovra, in Italia, è più difficile perché le altre si chiudono e gli elementi a disposizione sono diversi: con Zirkzee giochi in un modo, con Vlahovic in un altro, deve ancora essere inserito alla perfezione Koopmeiners. I risultati sono meritati, però da questo momento in poi mi aspetto qualcosa in più".