"Douglas Luiz irriconoscibile. Juve, l'obiettivo è..."
A che traguardi può puntare la Juve?
"Allora, la Juve è la Juve: come dice sempre Alex Del Piero, anche se sei arrivato decimo l’anno prima, la Juve parte che deve giocarsela sempre. Poi lo scudetto non credo che sia un obbligo, l’obbligo semmai è arrivare nelle prime quattro e prendersi un posto in Champions, questo sì. La squadra deve fare qual salto di mentalità che, dopo una grande prestazione come quella di Lipsia, ti permetta di avere la stessa intensità, la stessa mentalità anche tre giorni dopo in campionato contro una “piccola”: con il Cagliari non è successo, questa Juve ci dovrà arrivare. Se ci vai “snob” rischi di non vincere e così è successo".
Ha parlato di nuovi: lei che conosce benissimo la Premier, si aspettava un inizio così difficile per Douglas Luiz?
"Ecco, proprio lì volevo arrivare, perché Douglas è un giocatore di cui parlo spesso, non solo con i tifosi della Juve. Io mi ero espresso: avevo detto che la Juve ha preso un top player. E ne sono ancora convinto: semplicemente, quello che ho visto qui è un lontano parente, è irriconoscibile. Al di là della valutazione da 50 milioni, che per me è pure giusta per il livello del calciatore, è davvero un’altra persona rispetto a quella che ho visto tante volte nell’Aston Villa. Non do colpe né al giocatore né all’allenatore, non so come sia la situazione, ma potrebbe esserci magari un problema psicologico. Lo vedo lento, poco aggressivo, tocca la palla con la suola, perde un tempo di gioco, sembra come utilizzare due merce in meno rispetto a prima: in Premier aggrediva il portatore di palla, recuperava e ripartiva, tagliava e cuciva, cadeva e ripartiva subito, aveva un altro passo, pareva un pitbull. Io giudico la situazione adesso, perché poi il calcio è situazionale, contestuale e periodico: spero per la Juve che Thiago Motta riesca a tirare fuori l’attitudine da Douglas Luiz. Non ho dubbi sulla serietà del giocatore, all’Aston Villa era un idolo e gli volevano bene: può essere che qualche panchina lo abbia intristito. Normale che ora Thiago gli preferisca Locatelli che è più applicato, più attento, più rapido di testa e di piede".