Pagina 5 | Di Canio esclusivo: "Juve, prenditi Zirkzee. Douglas Luiz, vi dico la verità"

Paolo Di Canio, Juventus-Lazio è la sua partita. Partiamo dai bianconeri: prime sensazioni? "Stiamo già vedendo la compattezza, l’attitudine e la mentalità giuste. È una squadra che non prende gol e che difficilmente dà la possibilità all’avversario di fargli male. Invece, sotto il profilo offensivo ammetto che mi sarei aspettato di più: certo, non un gioco alla Guardiola, perché Thiago Motta è bravo, però, l’abbiamo detto tutti, non è che il Bologna rubasse l’occhio, comunque occupava spesso la metà campo avversaria con tutti gli elementi. Quel Bologna era una squadra che ripartiva molto bene, con un attaccante abile nel tenere palla e gli altri che si buttavano dentro, anche con Calafiori in uscita palla al piede. Era una squadra bella, dinamica, forte, compatta, molto organizzata. Però, alla Juve, con questi giocatori, uno poteva pensare di vedere qualcosa di più a livello di proposta offensiva, almeno più velocemente. Io me lo aspettavo: qualcuno è vero che è arrivato all’ultimo momento, prima del campionato, però la classifica sorride ed è una cosa positiva. E l’impatto in Champions League è stato notevole".

Si aspettava maggiore slancio dopo la vittoria rocambolesca di Lipsia?
"Sì. Poteva essere, e magari lo sarà, un punto di svolta anche nella proposta offensiva, perché la Juve è una squadra che ha costruito, che è ripartita, ma ha anche costruito in manovra nella metà campo avversaria. Ha giocato in maniera diversa da come aveva fatto in campionato: ha continuato a creare molto, ad avere armonia nel dialogo fra i giocatori, perché quello è evidente. Con il Cagliari non si è vista questa svolta: se avesse giocato con la stessa intensità di Lipsia, non ci sarebbe stata partita. Ma ci vuole tempo, è un processo di crescita: tanti giocatori sono nuovi e non si conoscevano. Mi aspettavo una proposta offensiva diversa, invece ho apprezzato la fase difensiva fatta da tutti gli elementi, naturalmente dal portiere ai 10 di movimento, con grande determinazione, applicazione, abnegazione, in missione. Lo sviluppo della manovra, in Italia, è più difficile perché le altre si chiudono e gli elementi a disposizione sono diversi: con Zirkzee giochi in un modo, con Vlahovic in un altro, deve ancora essere inserito alla perfezione Koopmeiners. I risultati sono meritati, però da questo momento in poi mi aspetto qualcosa in più".

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"Douglas Luiz irriconoscibile. Juve, l'obiettivo è..."

A che traguardi può puntare la Juve?
"Allora, la Juve è la Juve: come dice sempre Alex Del Piero, anche se sei arrivato decimo l’anno prima, la Juve parte che deve giocarsela sempre. Poi lo scudetto non credo che sia un obbligo, l’obbligo semmai è arrivare nelle prime quattro e prendersi un posto in Champions, questo sì. La squadra deve fare qual salto di mentalità che, dopo una grande prestazione come quella di Lipsia, ti permetta di avere la stessa intensità, la stessa mentalità anche tre giorni dopo in campionato contro una “piccola”: con il Cagliari non è successo, questa Juve ci dovrà arrivare. Se ci vai “snob” rischi di non vincere e così è successo".

Ha parlato di nuovi: lei che conosce benissimo la Premier, si aspettava un inizio così difficile per Douglas Luiz?
"Ecco, proprio lì volevo arrivare, perché Douglas è un giocatore di cui parlo spesso, non solo con i tifosi della Juve. Io mi ero espresso: avevo detto che la Juve ha preso un top player. E ne sono ancora convinto: semplicemente, quello che ho visto qui è un lontano parente, è irriconoscibile. Al di là della valutazione da 50 milioni, che per me è pure giusta per il livello del calciatore, è davvero un’altra persona rispetto a quella che ho visto tante volte nell’Aston Villa. Non do colpe né al giocatore né all’allenatore, non so come sia la situazione, ma potrebbe esserci magari un problema psicologico. Lo vedo lento, poco aggressivo, tocca la palla con la suola, perde un tempo di gioco, sembra come utilizzare due merce in meno rispetto a prima: in Premier aggrediva il portatore di palla, recuperava e ripartiva, tagliava e cuciva, cadeva e ripartiva subito, aveva un altro passo, pareva un pitbull. Io giudico la situazione adesso, perché poi il calcio è situazionale, contestuale e periodico: spero per la Juve che Thiago Motta riesca a tirare fuori l’attitudine da Douglas Luiz. Non ho dubbi sulla serietà del giocatore, all’Aston Villa era un idolo e gli volevano bene: può essere che qualche panchina lo abbia intristito. Normale che ora Thiago gli preferisca Locatelli che è più applicato, più attento, più rapido di testa e di piede".

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"No Yildiz, no Weah: Zirkzee perfetto, tanto a Manchester..."

A gennaio serve un vice Vlahovic? Magari con caratteristiche diverse dal bomber serbo.
"Se dobbiamo trovare una grande pecca della Juve, è proprio questa. Io l’ho detto anche quel giorno al Club di Sky Sport: ragazzi, ma non può esistere che la Juve sia senza un’alternativa al centravanti. Si fa male Milik a giugno, ma poi c’era il tempo per intervenire. La Juve aveva più attaccanti l’anno scorso che non aveva la Champions: devi avere delle soluzioni per sopperire".

Yildiz può esserlo?
"Ma no, ma no... Poi, per carità: tutto si può fare. Però Yildiz non va trasformato: puoi farlo per una partita, due, ma non per quattro o cinque mesi. La forza di Yildiz è partire da dietro, nello spazio, nell’uno contro uno: quando è più accentrato rende di più perché punta la porta, ma non è un centravanti. Come non lo è Weah e non lo sarebbe Nico Gonzalez. Se Vlahovic deve rifiatare o ha un problema fisico, Motta che fa? È una situazione in cui la Juve non avrebbe dovuto trovarsi, anche per poter disporre di un’alternativa in grado di proporre un piano tecnico-tattico differente in base all’avversario".

Quindi quale può essere la soluzione?
"A gennaio è difficile trovare un’opportunità sul mercato, gli attaccanti buoni non te li danno. Però...".

Però?
"Se tu mi dovessi chiedere un profilo funzionale alla Juve per gennaio, io ti rispondo così: mi farei prestare Zirkzee dal Manchester United. Tanto lì stanno facendo da qualche anno scelte folli e non funziona niente, nemmeno Zirkzee. Per la Premier è un po’ troppo lento: lì ti aggrediscono subito e fischiano il 30% di falli in meno, in Italia abbiamo visto invece che impatto ha avuto il giocatore proprio nel Bologna. Poi magari mi smentirà a suon di gol, però se lo dovessero dare in prestito: hanno già Hojlund, poi c’è Rashford che sta giocando in quella posizione. Sarebbe il profilo perfetto, anche perché consentirebbe a Motta di avere un attaccante con caratteristiche differenti da Vlahovic. Ma la trattativa la comincerei adesso: un prestito con magari la possibilità di riscattarlo: Zirkzee non è un realizzatore devastante, non è uno da 25 gol, ma fa giocare bene gli altri".

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Bremer, Kalulu, Danilo: cosa cambia in difesa

Quanto peserà l’assenza di Bremer?
"Beh, tantissimo. E anche in questo caso c’è lo stesso problema: Bremer era ormai diventato un leader della difesa, aggressivo, in anticipo. Gatti è affidabile, specialmente nell’atteggiamento: si dona alla causa e dà tutto. Ma Bremer era diventato il riferimento anche a livello di espressione facciale, di attitudine quando entravi nello spogliatoi, ancora prima di arrivare in campo".

Kalulu?
"In questo Giuntoli è stato molto bravo: ci sarebbe da discutere la scelta del Milan, ma è un altro discorso. Kalulu mi piace perché è versatile, è veloce, è aggressivo, è affidabile. A Lipsia gli abbiamo visto fare delle discese palle al piede di 60 metri: ha personalità, ha vinto in passato. Bisognerà cercare di recuperare Danilo, però anche lui da centrale è un po’ adattato: lì dovrà essere bravo l’allenatore a far sentire tutti importanti. Sai, adesso comincia il tour de force e non ci si può permettere di avere poche scelte, già ci sono gli infortuni. E le partite della Juve, finora, sono sembrate tutte in equilibrio: quindi non sei una squadra che, spesso, va avanti 2-0 o 3-0 e può permettersi di dare riposo a chi gioca di più. Le sfide ora diventano quasi tutti scontri diretti".

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"Juve-Lazio, ecco che succederà"

A cominciare da sabato con la Lazio.
"Certo, arriviamo proprio a questo discorso. Vediamo come arrivano i giocatori dalle Nazionali. La Lazio ha preso elementi non con grande fantasia ma con corsa, dinamica, di gamba: passaggio e corsa verticali, gioco pulito, esterni alti ed esterni bassi, con Castellanos che si è liberato dall’ombra di Immobile e con Dia che porta verticalità. Tutti lottano, sono reattivi, tanti calciatori in passato hanno lottato per la salvezza: questa Lazio sembra una squadra di soldati. Anche i veterani della squadra si sono caricati dopo i primi risultati e gli avversari stanno cadendo tutti nella trappola. Tutti dicono 'si può battere', si espongono, si scoprono e rischiano di prendere gol, come è successo all’Empoli. Tante cadono nella ragnatela: se anche la Juve dovesse impostare la gara così, rischierebbe grosso. Ma dubito che Thiago Motta si scopri: semmai è la Juve che riparte, con armi simili. Però la Lazio è molto pericolosa soprattutto in questo momento: vediamo quanto durerà, sono giocatori che puntano tutto sulla resistenza e quindi nel lungo periodo è da vedere. Ma è una bella realtà".

Ha parlato di una Lazio con giocatori abituati a lottare, anche partendo da categorie inferiori. Ma anche l’allenatore ha questa storia e sta stupendo tutti.
"Baroni è lo specchio della squadra: si vede la voglia, anche da come esulta. Si sta prendendo un palcoscenico meritato. È un allenatore che è arrivato un po’ tardi, ha fatto tanta gavetta: ha sempre avuto principi di gioco, si vede che i risultati che sta ottenendo sono frutto di metodologia, attenzione, atteggiamento. Con Luis Alberto, Milinkovic Savic, Felipe Anderson c’era più qualità, ma anche un gioco più compassato. Ora la squadra aggredisce alta, occupa bene gli spazi, ha un carattere diverso: tutto ciò viene dal lavoro dell’allenatore, poi saranno i risultati a definire il giudizio".

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"Juve-Lazio, ecco che succederà"

A cominciare da sabato con la Lazio.
"Certo, arriviamo proprio a questo discorso. Vediamo come arrivano i giocatori dalle Nazionali. La Lazio ha preso elementi non con grande fantasia ma con corsa, dinamica, di gamba: passaggio e corsa verticali, gioco pulito, esterni alti ed esterni bassi, con Castellanos che si è liberato dall’ombra di Immobile e con Dia che porta verticalità. Tutti lottano, sono reattivi, tanti calciatori in passato hanno lottato per la salvezza: questa Lazio sembra una squadra di soldati. Anche i veterani della squadra si sono caricati dopo i primi risultati e gli avversari stanno cadendo tutti nella trappola. Tutti dicono 'si può battere', si espongono, si scoprono e rischiano di prendere gol, come è successo all’Empoli. Tante cadono nella ragnatela: se anche la Juve dovesse impostare la gara così, rischierebbe grosso. Ma dubito che Thiago Motta si scopri: semmai è la Juve che riparte, con armi simili. Però la Lazio è molto pericolosa soprattutto in questo momento: vediamo quanto durerà, sono giocatori che puntano tutto sulla resistenza e quindi nel lungo periodo è da vedere. Ma è una bella realtà".

Ha parlato di una Lazio con giocatori abituati a lottare, anche partendo da categorie inferiori. Ma anche l’allenatore ha questa storia e sta stupendo tutti.
"Baroni è lo specchio della squadra: si vede la voglia, anche da come esulta. Si sta prendendo un palcoscenico meritato. È un allenatore che è arrivato un po’ tardi, ha fatto tanta gavetta: ha sempre avuto principi di gioco, si vede che i risultati che sta ottenendo sono frutto di metodologia, attenzione, atteggiamento. Con Luis Alberto, Milinkovic Savic, Felipe Anderson c’era più qualità, ma anche un gioco più compassato. Ora la squadra aggredisce alta, occupa bene gli spazi, ha un carattere diverso: tutto ciò viene dal lavoro dell’allenatore, poi saranno i risultati a definire il giudizio".

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