Conte-Marotta, prima volta contro: dalla scelta Agnelli al destino inevitabile

Separati dall’obiettivo in comune, uniti da stima, amicizia e tanti anni di fedele collaborazione iniziata alla Juventus nel 2011

Si vogliono ancora bene. Insieme hanno vinto. Tanto. Uno grazie all’altro. Perché Beppe Marotta ha assecondato i desiderata di Antonio Conte e Conte ha portato i risultati alla squadra gestita da Marotta. Prima alla Juventus, poi all’Inter. Domani sera si ritroveranno da avversari e Marotta sogna lo sgambetto al figliol prodigo, un tecnico che ha sempre stimato. Inter contro Napoli per il sorpasso, per riportare la squadra campione d'Italia in testa alla classifica.

Marotta contro Conte

Marotta contro Conte sarà una novità. Mai, infatti, i due si sono sfidati da quando Conte allena. Perché quando l’attuale tecnico del Napoli era in Serie B alla guida di Arezzo e Bari, Marotta era amministratore delegato della Sampdoria in Serie A. Quando Conte subentrò a Gregucci all’Atalanta fra la 5ª e la 18ª giornata del massimo campionato ’09-10, non affrontò la Sampdoria. Poi Conte nel ’10-11 ripartì dalla Serie B col Siena, mentre Marotta approdò alla Juventus dove il 31 maggio del 2011 accolse proprio Conte come allenatore. Allora la scelta fu del presidente Agnelli e il duo Marotta-Conte permise alla Juventus di tornare a vincere in Italia aprendo quel favoloso ciclo durato fino al 2020. Conte fu il condottiero dei primi tre scudetti e Marotta, quando nel dicembre 2018 fu chiamato da Steven Zhang all’Inter, nonostante la presenza in panchina di Luciano Spalletti, pensò subito ad Antonio per la guida della squadra nella stagione ’19-20.

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La coppia vincente a Milano

Marotta scelse lui e lo chiamò a Milano. I due insieme hanno ricostruito in nerazzurro quel binomio vincente già all'opera a Torino: Marotta a guidare il club e accontentare le richieste del tecnico; Conte in campo, e non solo, a dare all’Inter un’identità vincente. Un secondo posto, una finale di Europa League e il 19° scudetto dell’Inter nell’annata ’20-21. Il tutto con tre estati tumultuose. La prima per cercare di arrivare a tutti gli obiettivi che la proprietà aveva promesso a Conte e che la dirigenza guidata da Marotta col ds Ausilio doveva raggiungere. Un mercato sontuoso, da 200 milioni: da Lukaku a Barella, da Sensi a Lazaro e Sanchez, passando per i colpi di gennaio Eriksen, Young e Moses. La seconda, nel 2020, sembra già quella dell'addio, con i tormenti di Conte per un mercato che, dopo il colpo Hakimi, complice la pandemia Covid, non sarebbe stato all'altezza delle sue aspettative per raggiungere lo scudetto. Grazie anche alla mediazione di Zhang, Marotta convinse Conte a proseguire, a non gettare all'aria il progetto iniziato dodici mesi prima e così arrivò il titolo nell'annata '20-21.

L'addio all'Inter

Ma Conte sapeva quale sarebbe stato il destino dell'estate 2021, ovvero almeno una cessione importante (Hakimi) e disse addio. Non c'erano le condizioni per continuare, non c'erano quelle per trattenerlo. Nessuna frattura però, amici come prima, Marotta e Conte, con l'affetto che rimane reciproco. I due domani si abbracceranno prima della battaglia in campo: lì Conte se la vedrà con Inzaghi, Marotta fremerà in tribuna sperando che il "figliol prodigo" non raggiunga quel risultato che insieme hanno spesso ottenuto.

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Si vogliono ancora bene. Insieme hanno vinto. Tanto. Uno grazie all’altro. Perché Beppe Marotta ha assecondato i desiderata di Antonio Conte e Conte ha portato i risultati alla squadra gestita da Marotta. Prima alla Juventus, poi all’Inter. Domani sera si ritroveranno da avversari e Marotta sogna lo sgambetto al figliol prodigo, un tecnico che ha sempre stimato. Inter contro Napoli per il sorpasso, per riportare la squadra campione d'Italia in testa alla classifica.

Marotta contro Conte

Marotta contro Conte sarà una novità. Mai, infatti, i due si sono sfidati da quando Conte allena. Perché quando l’attuale tecnico del Napoli era in Serie B alla guida di Arezzo e Bari, Marotta era amministratore delegato della Sampdoria in Serie A. Quando Conte subentrò a Gregucci all’Atalanta fra la 5ª e la 18ª giornata del massimo campionato ’09-10, non affrontò la Sampdoria. Poi Conte nel ’10-11 ripartì dalla Serie B col Siena, mentre Marotta approdò alla Juventus dove il 31 maggio del 2011 accolse proprio Conte come allenatore. Allora la scelta fu del presidente Agnelli e il duo Marotta-Conte permise alla Juventus di tornare a vincere in Italia aprendo quel favoloso ciclo durato fino al 2020. Conte fu il condottiero dei primi tre scudetti e Marotta, quando nel dicembre 2018 fu chiamato da Steven Zhang all’Inter, nonostante la presenza in panchina di Luciano Spalletti, pensò subito ad Antonio per la guida della squadra nella stagione ’19-20.

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