Mentre finalmente si accinge a terminare l'ennesima sosta dannosa, con la Juventus ancora una volta falcidiata da infortuni in ogni zona del campo, il ritorno del campionato ci porta a rivivere le vicende del nostro torneo con cui c'eravamo lasciati, tra rigorini, retropensieri, attacchi, difese, articoli e tweet dei giornalisti di riferimento delle squadre coinvolte, inducono a fare ancora una volta delle riflessioni sull'ipocrisia che accompagna il racconto del calcio italiano. Intanto: ricordate Antonio Conte, l'uomo arrogante del 5 maggio, il grande colpevole della vicenda scommesse anche se di scommesse non ne aveva fatte e di prove di una qualche sua partecipazione non vi era l'ombra? Sì, dai, il capitano della Juve della Triade, quello che va in Tribunale per i farmaci; l'allenatore della Juve vincitrice della Supercoppa 2012 (anche se lì era squalificato) con la famosa "super vergogna" di Pechino? Ecco, dimenticatevelo. Ora al suo posto c'è un grande allenatore e un uomo vero, che difende una città dagli attacchi del Palazzo e dei potenti del nord.