"Hien è pronto per l’Inter. Inzaghi-Gasperini: il meglio che abbiamo in Italia”

L’ex difensore Massimo Paganin stasera commenta Inter-Atalanta per Mediaset: "Il 4-4 con la Juve spartiacque per i nerazzurri: ora c’è più attenzione alla fase difensiva”
"Hien è pronto per l’Inter. Inzaghi-Gasperini: il meglio che abbiamo in Italia”© LAPRESSE

MILANO - Massimo Paganin, doppio ex di Inter e Atalanta, oggi voce tecnica di Mediaset, commenterà la semifinale tra i nerazzurri milanesi e quelli bergamaschi: «Sarà una bellissima partita, vedo un 50 e 50 di vittoria. Si incontrano due squadre con numeri importantissimi, quelle più in forma e che hanno fatto meglio nel 2024. L’Atalanta cercherà la rivincita dopo lo 0-4 di inizio campionato, vorranno vedere a che punto sono rispetto all’Inter, che resta una delle candidate più accreditate per lo scudetto. Entrambe vorranno alzare al cielo un trofeo ambito. Sarà interessante anche a livello tattico, visto che gli allenatori sono molto preparati e sanno trovare soluzioni diverse anche a partita in corso per mettere in difficoltà l’avversario».

Quanto sarà importante la gara psicologicamente?
«Anche negli anni scorsi ho notato che le squadre che affrontano la competizione sono più libere mentalmente, sembra quasi ci siano meno pressioni perché si gioca molto lontano dall’Italia. Di solito le rivali si lasciano andare e danno tutto. Per lo scudetto comunque è molto presto. L’Inter è più allenata, il tecnico e molti giocatori lo hanno già vinto, sanno come ci si deve comportare da qui in avanti. L’Atalanta si sta testando, dopo il Real Madrid in campo europeo, ecco la sfida in ambito nazionale: è fondamentale nel percorso di crescita misurarsi con i più bravi per vedere a che punto si è: con l’Inter sarà un confronto vero e proprio».

Per Inzaghi non è una finale anticipata, anche perché l’altra semifinale è Milan-Juve.
«Sono le quattro squadre che in assoluto si sono conquistate il diritto di partecipare alla Supercoppa, anche se in questa prima parte stagione rossoneri e bianconeri stanno ottenendo meno di quello che pensavano: per entrambe alzare un trofeo all’inizio del 2025 potrebbe portare un grande cambiamento».

Analizziamo la difesa dell’Inter. Partiamo con Bisseck.
«Sta maturando, è più indietro rispetto agli altri nella lettura delle situazioni del gioco difensivo e nella costruzione. Si deve sgrezzare dal punto di vista tecnico, però le potenzialità sono molto alte. Inzaghi, che oggi lo ritiene pronto, ci ha lavorato molto, inserendolo poco per volta».

Passiamo a De Vrij.
«Eccezionale. Si è dimostrato un giocatore importantissimo, ora sta veramente bene. Da centrale del trittico arretrato è uno dei più forti in circolazione».

Bastoni?
«Ho visto il suo percorso di crescita da capo delegazione delle nazionali giovanili, sta facendo delle cose fantasistiche, è uno dei punti di riferimento nel suo ruolo a livello europeo. È un fiore all’occhiello del nostro calcio, dobbiamo essere orgogliosi di lui».

Non ci saranno Pavard e Acerbi.
«Si potrà alzare ancora di più il valore di tutti i giocatori. Questo perché rientreranno e ovviamente Inzaghi potrà nuovamente affidarsi alle rotazioni. Acerbi ha esperienza e capacità di guidare la difesa, Pavard ha alle spalle una carriera straordinaria. Saranno utili al loro rientro, magari anche in zona gol».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Bijol ha caratteristiche diverse rispetto a Hien, è meno veloce ma..."

Dall’altra parte Hien, che tra l’altro piace a Inzaghi.
«Sta facendo il suo percorso di maturazione. Credo che l’Inter stia monitorando dei profili di difensori, era anche su Scalvini prima che si infortunasse, uno di sicura prospettiva. Immagino che ci si stia preparando al dopo Acerbi e De Vrij e devi pensarci molto in anticipo sul come sostituirli. Hien sta crescendo, penso sia monitorato e sia eventualmente pronto per l’Inter anche perché arriverebbe da un sistema di gioco se vogliamo simile: è abituato a difendere a tutto campo e si sta disimpegnando bene all'Atalanta».

Le piace Bijol?
«Ha caratteristiche diverse rispetto a Hien, è meno veloce, ma ha qualcosa di più in fase di costruzione. Ovviamente, ma questo è un discorso generale, va sempre messo sul piatto il peso della maglia, quell’X Factor lì, del capire se il giocatore saprà confrontarsi con una realtà come l’Inter».

Nell’Atalanta si sono distinti anche Djimsiti e Kolasinac.
«Sono giocatori importanti, Djimsiti è anche uno dei capitani dell’Albania, ha dimostrato di avere grandi qualità, mentre Kolasinac, che aveva fatto bene anche all’Arsenal, è stato rivitalizzato: è un po’ come il vino, diventato migliore negli anni».

Cosa è scattato all'Inter dopo il 4-4 contro la Juventus?
«Era una squadra un po’ fuori equilibrio, forse si focalizzava più sulla fase offensiva, che su quella difensiva. Credo che successivamente siano stati messi a posto alcuni dettagli, si siano oliati i meccanismi comunque già conosciuti. A questi livelli l’attenzione che poni nel difendere fa tantissima differenza nel prendere, o nel non prendere, gol. Sicuramente poi anche il lavoro di Inzaghi e del suo staff sarà stato importante. Credo che il pareggio contro la Juventus sia bruciato molto, perché se segni 4 gol non puoi non vincere la partita».

Inzaghi e Gasperini sono i più bravi tecnici in Italia?
«Entrambi hanno vinto e fatto delle cose importantissime. Inzaghi è cresciuto come allenatore dal punto di vista tecnico e mentale, quindi secondo me lui e Gasperini oggi sono i migliori. L’Inter è arrivata sino alla finale di Champions, l’Atalanta lottava per salvezza e guardi oggi dov’è».

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MILANO - Massimo Paganin, doppio ex di Inter e Atalanta, oggi voce tecnica di Mediaset, commenterà la semifinale tra i nerazzurri milanesi e quelli bergamaschi: «Sarà una bellissima partita, vedo un 50 e 50 di vittoria. Si incontrano due squadre con numeri importantissimi, quelle più in forma e che hanno fatto meglio nel 2024. L’Atalanta cercherà la rivincita dopo lo 0-4 di inizio campionato, vorranno vedere a che punto sono rispetto all’Inter, che resta una delle candidate più accreditate per lo scudetto. Entrambe vorranno alzare al cielo un trofeo ambito. Sarà interessante anche a livello tattico, visto che gli allenatori sono molto preparati e sanno trovare soluzioni diverse anche a partita in corso per mettere in difficoltà l’avversario».

Quanto sarà importante la gara psicologicamente?
«Anche negli anni scorsi ho notato che le squadre che affrontano la competizione sono più libere mentalmente, sembra quasi ci siano meno pressioni perché si gioca molto lontano dall’Italia. Di solito le rivali si lasciano andare e danno tutto. Per lo scudetto comunque è molto presto. L’Inter è più allenata, il tecnico e molti giocatori lo hanno già vinto, sanno come ci si deve comportare da qui in avanti. L’Atalanta si sta testando, dopo il Real Madrid in campo europeo, ecco la sfida in ambito nazionale: è fondamentale nel percorso di crescita misurarsi con i più bravi per vedere a che punto si è: con l’Inter sarà un confronto vero e proprio».

Per Inzaghi non è una finale anticipata, anche perché l’altra semifinale è Milan-Juve.
«Sono le quattro squadre che in assoluto si sono conquistate il diritto di partecipare alla Supercoppa, anche se in questa prima parte stagione rossoneri e bianconeri stanno ottenendo meno di quello che pensavano: per entrambe alzare un trofeo all’inizio del 2025 potrebbe portare un grande cambiamento».

Analizziamo la difesa dell’Inter. Partiamo con Bisseck.
«Sta maturando, è più indietro rispetto agli altri nella lettura delle situazioni del gioco difensivo e nella costruzione. Si deve sgrezzare dal punto di vista tecnico, però le potenzialità sono molto alte. Inzaghi, che oggi lo ritiene pronto, ci ha lavorato molto, inserendolo poco per volta».

Passiamo a De Vrij.
«Eccezionale. Si è dimostrato un giocatore importantissimo, ora sta veramente bene. Da centrale del trittico arretrato è uno dei più forti in circolazione».

Bastoni?
«Ho visto il suo percorso di crescita da capo delegazione delle nazionali giovanili, sta facendo delle cose fantasistiche, è uno dei punti di riferimento nel suo ruolo a livello europeo. È un fiore all’occhiello del nostro calcio, dobbiamo essere orgogliosi di lui».

Non ci saranno Pavard e Acerbi.
«Si potrà alzare ancora di più il valore di tutti i giocatori. Questo perché rientreranno e ovviamente Inzaghi potrà nuovamente affidarsi alle rotazioni. Acerbi ha esperienza e capacità di guidare la difesa, Pavard ha alle spalle una carriera straordinaria. Saranno utili al loro rientro, magari anche in zona gol».

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