Var a favore, parlano i numeri: per l'Inter tanto quanto Juve, Napoli e Atalanta

La classifica degli interventi arbitrali per una squadra tra OFR e Overrule: cifre eloquenti

Premetto come sempre che i numeri danno indicazioni utili ma non conferiscono certezze assolute, probatorie: sono indici statistici che suscitano una riflessione, niente di più e niente di meno. I dati della tabella si riferiscono ai consulti al monitor da parte dell’arbitro, tecnicamente le On Field Review (OFR). Si tratta di uno dei due possibili interventi del VAR: l’altro è l’overrule, la decisione che avviene dopo una comunicazione tramite auricolare, e che riguarda soltanto fatti oggettivi (fuorigioco, dentro-fuori area, ecc.). Finora, il numero totale di interventi VAR in stagione è di ottantasei: di questi, cinquantatre sono le On Field Review e trentasei le overrule. Tra le On Field Review, solo una ha dato come “output” la conferma della decisione presa in campo: stiamo parlando di Fiorentina-Genoa, quando l’arbitro Collu ha deciso (a mio avviso correttamente) di non assegnare calcio di rigore alla Viola dopo un corpo a corpo tra Frendrup e Dodò, confermando la sua decisione anche davanti al monitor.

L'Inter in cima alla classifica

Difficile da categorizzare invece il caso di Cagliari-Lazio, dove un gol dei biancocelesti è stato annullato dal campo per una posizione di fuorigioco che in realtà non c’era, mentre col check del VAR (overrule in questo caso) si è arrivati a determinare che comunque il gol fosse irregolare, ma per un tocco di braccio. L’ultimo weekend è stato piuttosto ricco di lamentele, anche sull’uso della tecnologia, ma allora vediamo chi tra le big ha avuto più decisioni VAR a favore: in cima alla classifica l’Inter con sette interventi pro tra OFR e overrule, secondo il Milan (5) e con la Fiorentina (4) a completare il podio. Da tenere presente che al di fuori del giro dell’alta classifica spiccano due squadre, Parma e Cagliari, con rispettivamente 15 e 8 interventi a favore.

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Var, la classifica degli interventi a favore

  • PARMA: 15
  • CAGLIARI: 8
  • INTER: 7
  • COMO, GENOA, MILAN, MONZA: 5
  • FIORENTINA, LECCE, TORINO, UDINESE, VENEZIA: 4
  • JUVENTUS, ATALANTA, BOLOGNA, EMPOLI, ROMA: 4
  • VERONA: 2
  • LAZIO, NAPOLI: 1

Luperto-Vlahovic e non solo

La ventiseiesima è stata una giornata altalenante dal punto di vista arbitrale, per la verità con più ombre che luci. Partiamo dall’arbitraggio che mi è piaciuto di più, anche se si porta dietro un grave errore. Sto parlando di Cagliari-Juve: Colombo ha dimostrato una volta di più di saper stare bene in campo, ma ha letto male l’episodio della spinta di Luperto su Vlahovic, che era da rigore. Torniamo qui a un tema essenziale: la volontà di oggettivizzare alcune circostanze - step on foot, colpo in viso - fa evaporare purtroppo la qualità dell’arbitraggio e soprattutto delle revisioni VAR. Analizziamo per esempio quanto avvenuto in Cagliari-Juventus. Mi sarebbe piaciuto ascoltare l’analisi in sala Var (come peraltro in Parma –Bologna, ma ci arriveremo) per capire il processo decisionale che ha portato al non intervento.

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Il tema è sempre lo stesso

Ho sentito parlare di «intensità da valutare in campo»: se è vero che su contatti alti la soglia di intervento del VAR è più alta, è altrettanto vero che in questi casi l’intensità nulla c’entra, in quanto quello che conta è che in una dinamica del genere il tentativo di Luperto di impedire all’avversario di calciare bene è riuscito (un calciatore come Vlahovic non schiaccia il pallone a terra se non disturbato), quindi è funzionale e punibile. In definitiva il tema è sempre quello della tecnica: bisogna lavorarci di più a Coverciano, non deve mai essere trascurata. Così viene meno anche l’inesattezza secondo cui «l’intensità dev’essere valutata dal campo» (che non deve diventare un alibi per non decidere), perché di fronte ai chiari ed evidenti errori il VAR deve intervenire. Intanto però errori altrettanto gravi - se non peggiori - sono stati commessi in due sfide salvezza, e riconosciuti anche della CAN. Cominciamo da Lecce.

Il rigore per l'Udinese e Atalanta-Torino

Non sono per niente d’accordo con il rigore assegnato da Bonacina all’Udinese, per giunta al VAR (un’aggravante). Jean arriva prima sul pallone, con le braccia che in dinamica naturale lo aiutano nello slancio; il contatto successivo col viso di Lovric è una conseguenza inevitabile del movimento, che per l’appunto è naturale. Se a Bonacina posso dare l’attenuante della scarsa esperienza in Serie A (appena 3 partite dirette), non possiamo dire lo stesso di Abisso, che ha superato quota 100. Al Tardini, concede un calcio di rigore al Parma che non c’è, per un tocco di braccio di Beukema. Il difensore sembra addirittura abbassare il braccio, e nel momento dell’impatto l’arto si trova a scarsa distanza dal fianco. Inoltre, il pallone proviene da distanza ravvicinata e non c’è intenzione fallosa. D’altronde, questa decisione è in completa contraddizione con quella di Atalanta-Torino: manca uniformità, perché su due episodi simili sono state prese decisioni opposte.

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Open VAR, l'analisi del dettaglio

Un’ultima postilla: guardando Open VAR, continuo a riscontrare pochissima qualità tecnica nelle revisioni. Come ero rimasto scioccato dalle parole di La Penna nella review del mani di Hien in Atalanta-Udinese, non sanzionato erroneamente, così mi sorprendo molto anche di quanto ho ascoltato sul rigore di Lecce. Se il VAR Guida prova a intavolare un discorso sulla dinamica, l’AVAR Serra parla di “bel colpo” e di “gomitata”, argomenti che non c’entrano nulla con la qualità arbitrale e con l’analisi del dettaglio. Nella puntata in cui Damato ha ammesso come mai prima gli errori (molto apprezzabile, gliene va dato atto), l’ho visto collegato da Lissone: mi sembra come voler sfuggire a un contraddittorio che invece secondo me risulterebbe utile per la crescita di questo strumento e di tutti, il motivo che ha spinto alla nascita di Open VAR.

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Premetto come sempre che i numeri danno indicazioni utili ma non conferiscono certezze assolute, probatorie: sono indici statistici che suscitano una riflessione, niente di più e niente di meno. I dati della tabella si riferiscono ai consulti al monitor da parte dell’arbitro, tecnicamente le On Field Review (OFR). Si tratta di uno dei due possibili interventi del VAR: l’altro è l’overrule, la decisione che avviene dopo una comunicazione tramite auricolare, e che riguarda soltanto fatti oggettivi (fuorigioco, dentro-fuori area, ecc.). Finora, il numero totale di interventi VAR in stagione è di ottantasei: di questi, cinquantatre sono le On Field Review e trentasei le overrule. Tra le On Field Review, solo una ha dato come “output” la conferma della decisione presa in campo: stiamo parlando di Fiorentina-Genoa, quando l’arbitro Collu ha deciso (a mio avviso correttamente) di non assegnare calcio di rigore alla Viola dopo un corpo a corpo tra Frendrup e Dodò, confermando la sua decisione anche davanti al monitor.

L'Inter in cima alla classifica

Difficile da categorizzare invece il caso di Cagliari-Lazio, dove un gol dei biancocelesti è stato annullato dal campo per una posizione di fuorigioco che in realtà non c’era, mentre col check del VAR (overrule in questo caso) si è arrivati a determinare che comunque il gol fosse irregolare, ma per un tocco di braccio. L’ultimo weekend è stato piuttosto ricco di lamentele, anche sull’uso della tecnologia, ma allora vediamo chi tra le big ha avuto più decisioni VAR a favore: in cima alla classifica l’Inter con sette interventi pro tra OFR e overrule, secondo il Milan (5) e con la Fiorentina (4) a completare il podio. Da tenere presente che al di fuori del giro dell’alta classifica spiccano due squadre, Parma e Cagliari, con rispettivamente 15 e 8 interventi a favore.

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