Juventus-Verona 2-0: Thuram salva Motta e arriva Koop, -6 dall'Inter

Il fortino ospite regge per un tempo e mezzo, poi il gol che sblocca la partita e nel finale il sigillo dell'olandese beccato duramente dal pubblico: quinta vittoria consecutiva
Juventus-Verona 2-0: Thuram salva Motta e arriva Koop, -6 dall'Inter© Getty Images

L'occasione era impossibile da fallire: con dodici gare alla fine, la Juventus poteva solo vincere stasera per portarsi a -6 dalla vetta e continuare a tenere viva l'attenzione dei milioni di tifosi juventini e mitigare la delusione di questo febbraio dolorosissimo. Era tutto in discesa, partita in casa col Verona, la peggior difesa del campionato, in campo di nuovo dopo la figuraccia con l'Empoli in Coppa Italia: Motta si era cosparso il capo di cenere come mai in stagione nel post partita e ci si aspettava cadessero delle teste, soprattutto quelle di chi aveva ampiamente deluso in partita e non solo in quella."C'è chi pretende senza dare", la frase che aveva fatto tremare e per certi versi sperare che qualcosa cambiasse. Qualcosa è cambiato, è bastato dare a Thuram le stimmate del titolare inamovibile che Koopmeiners aveva conservato immeritatamente per questo fallimentare periodo e la vittoria è arrivata, con l'olandese anche a firmare il raddoppio da subentrato, con spazi ed energie che forse al momento sono quelle che gli competono alla Juventus.

Le scelte di Motta e la fine degli alibi

Nico Gonzalez, inguardabile, si ritrova comunque titolare, a pagare sono Koopmeiners (gioca un Thuram in condizione pazzesca già tenuto fuori troppo da Motta) e Vlahovic, tanto sciupone quanto almeno generoso, a cui viene preferito Kolo Muani. Il francese torna centravanti dopo aver segnato cinque gol in tre partite in quel ruolo, per essere poi inspiegabilmente retrocesso a esterno dal tecnico nelle partite successive: una delle tante scelte che non fanno capire fino in fondo il progetto tecnico di cui Thiago e Giuntoli si dicono sicuri sia sulla strada giusta, strada che però ora ha finito i bonus con l'uscita da tutte le coppe e assomiglia sempre più a un terribile, claustrofobico vicolo cieco che si fa sempre più stretto. 

 

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La Juve rischia. Sciagura Kelly, vanifica un gol e mezzo

Si parte con Nico a sinistra e Yildiz a destra, altro mah tattico. Il primo tiro è di Locatelli, bel sinistro al volo di poco alto. Ma è un fuoco di paglia, la Juve sbatte sul Verona è compatto che riparte e fa male: Suslov prima e Sarr dopo impegnano a terra Di Gregorio nelle prime due parate della partita dopo neanche dieci minuti, tiri puliti concessi senza filtro. E Gatti deve usare le maniere forti nell'uno contro uno con Livramento lanciato a rete. Proprio il difensore centrale bianconero diventa protagonista anche nell'area avversaria, palla vagante e diagonale volante che esce di un soffio con Montipò battuto.  Un minuto dopo arriva anche la prima parata, e che parata, dell'estremo difensore ospite: guizzo felino sul tap in a botta sicura di Thuram, un rigore in movimento che il francese non concretizza. 

Montipò si esalta. Capolavoro Suslov, ma è fuorigioco

Forcing Juve, Gatti alle stelle dopo l'incursione di Cambiaso in area, poi Nico Gonzalez sfiora il gol con un tiro cross su cui Kolo Muani non arriva. Il francese arriverebbe e bene di testa su corner di Yildiz ma Kelly sfiora e toglie la sfera al compagno di squadra. Il Verona traballa ma comunque regge l'impatto non irresistibile della manovra juventina, tanto volenterosa quanto confusa. McKennie troverebbe anche il gol ma Kelly completa le sue controproducenti sortite offensive con un fallo su Montipò gratuito che vanifica tutto (americano ancora una volta tra i migliori della Juve). Triangolazioni in area Verona, Kolo per mandare al tiro Locatelli e McKennie per Yildiz, sulle due conclusioni è ancora decisivo Montipò. Si arriva all'ultima azione prima dell'intervallo e Motta suda freddo: Suslov si inventa un missile da venticinque metri sotto la traversa con Di Gregorio impietrito, il tecnico bianconero può solo ringraziare il Var che pesca l'offside di Faraoni ad inizio azione (anche se sarebbe un gol "troppo bello per annullarlo" come si era arrivati a dire del gol di Arnautovic pur di non fischiare il fuorigioco...). Si resta sullo 0-0, fischi dello Stadium assordanti.

 

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Koopmeiners fischiato, si rivede Kalulu, arriva Thuram! 

La ripresa è un assolo continuo bianconero: Kolo Muani e Nico Gonzalez ancora stoppati da Montipò, Yildiz sull'esterno che fa urlare al gol. Si scaldano Alberto Costa e Koopmeiners: per loro l'ultima mezz'ora, fuori McKennie - il migliore davanti - e Weah, lo Stadium non prende bene il cambio del texano e l'ingresso dell'olandese, già beccato nel primo tempo. Il terzino si fa subito notare andando alla conclusione, mentre scorrono i minuti e aumenta la confusione juventina davanti, con tanti uomini negli spazi ma poche idee. Kalulu per Gatti quando mancano venti minuti, con Kelly ammonito che resta in campo e uno 0-0 che inizia a essere pesantissimo. È il 72', a togliere Motta dall'incubo è proprio l'uomo che continuava a tener fuori per far giocare un improponibile Koopmeiners: Locatelli per Cambiaso, palla dentro e Thuram ancora una volta è spietato, Montipò si deve piegare.

Anche Koop partecipa alla festa. E ora l'Atalanta

Mbangula e Vlahovic dentro, respiro per Yildiz e Kolo Muani, l'ingresso di Kastanos non aiuta il Verona e anzi è l'olandese, nell'occhio del ciclone, a uscire fuori dalla spirale negativa finora vissuta con l'inserimento palla al piede nel recupero - su servizio ancora di un onnipotente Thuram - e la rete del definitivo 2-0 che cancella le paure e forse scrive l'inizio di una storia diversa per lui e per la Juventus. Una storia che ora conta altri undici capitoli da scoprire, il primo di questi proprio contro la sua Atalanta. 

 

 

 

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L'occasione era impossibile da fallire: con dodici gare alla fine, la Juventus poteva solo vincere stasera per portarsi a -6 dalla vetta e continuare a tenere viva l'attenzione dei milioni di tifosi juventini e mitigare la delusione di questo febbraio dolorosissimo. Era tutto in discesa, partita in casa col Verona, la peggior difesa del campionato, in campo di nuovo dopo la figuraccia con l'Empoli in Coppa Italia: Motta si era cosparso il capo di cenere come mai in stagione nel post partita e ci si aspettava cadessero delle teste, soprattutto quelle di chi aveva ampiamente deluso in partita e non solo in quella."C'è chi pretende senza dare", la frase che aveva fatto tremare e per certi versi sperare che qualcosa cambiasse. Qualcosa è cambiato, è bastato dare a Thuram le stimmate del titolare inamovibile che Koopmeiners aveva conservato immeritatamente per questo fallimentare periodo e la vittoria è arrivata, con l'olandese anche a firmare il raddoppio da subentrato, con spazi ed energie che forse al momento sono quelle che gli competono alla Juventus.

Le scelte di Motta e la fine degli alibi

Nico Gonzalez, inguardabile, si ritrova comunque titolare, a pagare sono Koopmeiners (gioca un Thuram in condizione pazzesca già tenuto fuori troppo da Motta) e Vlahovic, tanto sciupone quanto almeno generoso, a cui viene preferito Kolo Muani. Il francese torna centravanti dopo aver segnato cinque gol in tre partite in quel ruolo, per essere poi inspiegabilmente retrocesso a esterno dal tecnico nelle partite successive: una delle tante scelte che non fanno capire fino in fondo il progetto tecnico di cui Thiago e Giuntoli si dicono sicuri sia sulla strada giusta, strada che però ora ha finito i bonus con l'uscita da tutte le coppe e assomiglia sempre più a un terribile, claustrofobico vicolo cieco che si fa sempre più stretto. 

 

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