
L'occasione era impossibile da fallire: con dodici gare alla fine, la Juventus poteva solo vincere stasera per portarsi a -6 dalla vetta e continuare a tenere viva l'attenzione dei milioni di tifosi juventini e mitigare la delusione di questo febbraio dolorosissimo. Era tutto in discesa, partita in casa col Verona, la peggior difesa del campionato, in campo di nuovo dopo la figuraccia con l'Empoli in Coppa Italia: Motta si era cosparso il capo di cenere come mai in stagione nel post partita e ci si aspettava cadessero delle teste, soprattutto quelle di chi aveva ampiamente deluso in partita e non solo in quella."C'è chi pretende senza dare", la frase che aveva fatto tremare e per certi versi sperare che qualcosa cambiasse. Qualcosa è cambiato, è bastato dare a Thuram le stimmate del titolare inamovibile che Koopmeiners aveva conservato immeritatamente per questo fallimentare periodo e la vittoria è arrivata, con l'olandese anche a firmare il raddoppio da subentrato, con spazi ed energie che forse al momento sono quelle che gli competono alla Juventus.
Le scelte di Motta e la fine degli alibi
Nico Gonzalez, inguardabile, si ritrova comunque titolare, a pagare sono Koopmeiners (gioca un Thuram in condizione pazzesca già tenuto fuori troppo da Motta) e Vlahovic, tanto sciupone quanto almeno generoso, a cui viene preferito Kolo Muani. Il francese torna centravanti dopo aver segnato cinque gol in tre partite in quel ruolo, per essere poi inspiegabilmente retrocesso a esterno dal tecnico nelle partite successive: una delle tante scelte che non fanno capire fino in fondo il progetto tecnico di cui Thiago e Giuntoli si dicono sicuri sia sulla strada giusta, strada che però ora ha finito i bonus con l'uscita da tutte le coppe e assomiglia sempre più a un terribile, claustrofobico vicolo cieco che si fa sempre più stretto.