Serie A, via libera alle pubblicità di scommesse: cosa cambia

Approvata la risoluzione presentata da Fratelli d'Italia in vista delle riforme del calcio legate al mondo del betting
Serie A, via libera alle pubblicità di scommesse: cosa cambia© ANSA

La Commissione Cultura e Sport del Senato  ha approvato la risoluzione presentata da Fratelli d’Italia (relatore il senatore Marcheschi) in cui si chiede una serie di riforme per il calcio. Tra i temi principali l'abolizione del decreto dignità, voluto dal MoVimento Cinque Stelle nel 2018, riguardo le pubblicità sulle agenzie di scommesse legate al mondo del calcio. Le opposizioni hanno mostrato ferma contrarietà, soprattutto da parte del Partito Democratico e del M5S, quest’ultimo primo firmatario del decreto, che con Luca Pirondini, capogruppo in Commissione, da mesi denuncia l’intenzione del governo e della maggioranza di tornare a rendere possibili queste pubblicità.

Politica in soccorso del calcio

La politica è quindi venuta in soccorso del calcio per assecondare la richiesta unanime delle istituzioni e delle società di tornare al passato, riaprendo così una nuova fonte di ricavi che viene sfruttata in tutto il resto del mondo, principalmente in Premier League. Il divieto, secondo le stime degli addetti ai lavori, avrebbe prodotto un danno quantificabile in 100 milioni di euro per la sola Serie A. La risoluzione tecnicamente dovrebbe impegnare ma non vincolare il governo. Sarà necessario infatti un vero e proprio atto normativo, ma è il primo passo verso l’abolizione. Nel corso di questi anni, le agenzie di betting hanno trovato il modo di "aggirare i paletti", attraverso varie sponsorizzazioni dei club di Serie A che hanno come marchio un blog legato a un’agenzia di scommesse. Una richiesta da tempo formulata dal mondo del pallone, soprattutto dalla Lega Serie A , sarebbe quella di destinare al calcio almeno l’1% dei proventi dalle scommesse. Questo andrebbe a ripristinare di fatto la vecchia “quota Totocalcio”, eliminando il paradosso per il quale chi organizzava i campionati - le leghe - finora non beneficiava in alcun modo dei proventi di questo settore. L'invito sarebbe quello di destinare l’1% “ad un fondo destinato alla costruzione di nuovi stadi e per l'ammodernamento di quelli vecchi”. Ma l’atto invita il governo anche a riconoscere un’ulteriore quota di questi proventi, “a condizione che la stessa sia vincolata al finanziamento di interventi in favore dei settori giovanili, dell'impiantistica sportiva, nonché del calcio femminile”.

 

 

 

 

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