Juventus-Lecce 2-1: Tudor si prende il posto Champions con Koop-Yildiz

Bianconeri spietati, sette punti in tre partite per il tecnico croato che ha ridato l'anima ai bianconeri. Nel finale Baschirotto riapre tutto ma non basta
Juventus-Lecce 2-1: Tudor si prende il posto Champions con Koop-Yildiz
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Sette punti in tre partite, una squadra rigenerata e con scelte chiare di formazione, una manovra verticale e solida: è bastato poco a Tudor per prendersi la Juventus e farla sua, di nuovo, stavolta da allenatore. Contro il Lecce una Juve che si riconosce, spietata nel passare in vantaggio alla prima occasione disponibile e altrettanto inesorabile nel chiudere la partita prima che l'avversario possa pensare di tenere aperta la porta della speranza. Vlahovic non segna ma sforna due assist, segnali di risveglio così come quelli di Koopmeiners, decisivo nel vedere inserimento e porta. Yildiz poi, poco da dire: il numero 10 è stato rimesso da Igor al centro del villaggio dopo l'accantonamento da parte di Motta che aveva addirittura portato sinistre voci di possibile cessione a fine stagione. Per fortuna ad essere allontanato dalla Continassa è stato il tecnico e non il talento turco, di nuovo finalizzatore chirurgico e facilitatore della manovra offensiva.

 

A preoccupare? Il finale sulle gambe, con l'intensità calata vistosamente e gli ospiti a tornare clamorosamente in gioco, seppur per pochissimi minuti. Ma la fisicità si allena, e fa venire risate amare quel "non c'è più riposo" urlato da Colinet nel ritiro precampionato, mantra di chi sperava in un lavoro 'contiano', in sacrifici fisici che facessero volare la squadra, e invece è servita la sterzata balcanica a ridare spina dorsale a una squadra che sembrava ormai molle e abbandonata a sé stessa, senza stimoli. La classifica, con questa vittoria, vede la Juventus risalire in un posto che vale la Champions, posto che resterà anche a fine giornata per via degli altri scontri diretti: questo è quanto è stato chiesto al traghettatore, e questo è l'obiettivo da mantenere. 

 

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Subito Koop! Palo Krstovic, Vlahovic assist e spreca

La sblocca subito la Juve, con l'uomo più atteso da inizio stagione: Thuram - imprescindibile e recuperato in extremis - vede Vlahovic, il centravanti lavora bene il pallone e lo consegna all'olandese, diagonale vincente e 1-0 dopo due minuti firmato Koopmeiners. Il Lecce ha però subito l'opportunità di pareggiare, due volte: Nico Gonzalez superficiale, regala palla a Krstovic, rasoiata sul palo più lontano e legno che salva Di Gregorio. Il portiere bianconero poi pronto ancora su Krstovic, tornato a concludere da posizione defilata nella stessa azione. Dal possibile 1-1 al possibile 2-0, Vlahovic ha sul suo piede una palla volante a ridosso dell'area piccola, conclusione scoordinata. 

Dusan, tanti errori e un altro assist: perla Yildiz

Il serbo è il terminale di ogni azione ma quanti errori: splendida iniziativa della Juve, rifinita da un velo di Locatelli per il numero 9, tiro fiacco addosso a Gaspar. Il difensore di Giampaolo poi si ripete a ridosso della mezz'ora, ancora arrivando addosso a Vlahovic al momento della conclusione. Mentalmente però, al di là del cinismo smarrito, il centravanti è più presente e sembra aver smesso di applaudirsi ad ogni errore, cercando di restare lucido e affamato. E l'occasione arriva al 33', quando un duetto Thuram - imprescindibile, come facesse Motta a rinunciarvi mistero assoluto, o forse no - Yildiz porta la palla al 9 e di rimando al 10, piazzato di destro e secondo gol in tre partite per il turco, pilastro dell'attacco di Tudor dal giorno del suo arrivo. 

 

 

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Rebic, la bestia nera non graffia ma Baschirotto si

Giampaolo inserisce Rebic, la bestia nera della Juventus, all'intervallo: fuori Krstovic. Fuori anche Gallo per Sala e dopo pochi minuti anche Pierotti per N'Dri, il numero 10 degli ospiti. La Juve è comunque padrona del campo e non rischia nulla, anzi sfiora ripetutamente il 3-0, l'occasione più pericolosa con Vlahovic ancora assistman per Koop che non arriva di un soffio sul pallone a porta vuota. Il numero 8 però accusa un problema, forse dovuto a un colpo subito, e Tudor cambia: al 67' dentro Kolo Muani, Weah e Cambiaso per Vlahovic, McKennie e l'olandese, poi l'ultimo quarto d'ora si vede in campo anche Conceicao, al posto di un Nico Gonzalez generoso quanto impreciso.

 

Il Lecce ha una occasione per riaprirla clamorosamente, a sei minuti dalla fine, Thuram sciagurato regala palla al limite dell'area a Sala, assist a Rebic, provvidenziale per la Juventus l'uscita a valanga di Di Gregorio che chiude lo specchio al croato. Sembra chiusa ma invece si riapre tutto nel finale, punizione di Helgason e capocciata di Baschirotto che svetta su Kelly e insacca a fil di palo il 2-1 che infiamma i minuti di recupero, con N'Dri che viene bloccato da Kelly al limite dell'area: l'ivoriano chiede una punizione che non arriva, Zufferli fischia la fine un minuto dopo sull'assalto giallorosso e lo Stadium può festeggiare. 

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Sette punti in tre partite, una squadra rigenerata e con scelte chiare di formazione, una manovra verticale e solida: è bastato poco a Tudor per prendersi la Juventus e farla sua, di nuovo, stavolta da allenatore. Contro il Lecce una Juve che si riconosce, spietata nel passare in vantaggio alla prima occasione disponibile e altrettanto inesorabile nel chiudere la partita prima che l'avversario possa pensare di tenere aperta la porta della speranza. Vlahovic non segna ma sforna due assist, segnali di risveglio così come quelli di Koopmeiners, decisivo nel vedere inserimento e porta. Yildiz poi, poco da dire: il numero 10 è stato rimesso da Igor al centro del villaggio dopo l'accantonamento da parte di Motta che aveva addirittura portato sinistre voci di possibile cessione a fine stagione. Per fortuna ad essere allontanato dalla Continassa è stato il tecnico e non il talento turco, di nuovo finalizzatore chirurgico e facilitatore della manovra offensiva.

 

A preoccupare? Il finale sulle gambe, con l'intensità calata vistosamente e gli ospiti a tornare clamorosamente in gioco, seppur per pochissimi minuti. Ma la fisicità si allena, e fa venire risate amare quel "non c'è più riposo" urlato da Colinet nel ritiro precampionato, mantra di chi sperava in un lavoro 'contiano', in sacrifici fisici che facessero volare la squadra, e invece è servita la sterzata balcanica a ridare spina dorsale a una squadra che sembrava ormai molle e abbandonata a sé stessa, senza stimoli. La classifica, con questa vittoria, vede la Juventus risalire in un posto che vale la Champions, posto che resterà anche a fine giornata per via degli altri scontri diretti: questo è quanto è stato chiesto al traghettatore, e questo è l'obiettivo da mantenere. 

 

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