Parma-Juventus 1-0: Pellegrino mette a nudo i problemi bianconeri, la Champions sempre più difficile

Un gol dell'argentino condanna Tudor alla prima sconfitta. Squadra molle, senza idee né incisività, con Vlahovic spento e ko
Parma-Juventus 1-0: Pellegrino mette a nudo i problemi bianconeri, la Champions sempre più difficile© ANSA

Con un gol di un argentino, il Parma batte la Juventus da grande squadra. Ma non sono i tempi di Crespo anche se ci sono Thuram, Cannavaro e Di Vaio in tribuna, ma quelli di Pellegrino, con la vittoria degli emiliani - e anche di Cherubini - ad avvicinare la salvezza e la sconfitta dei bianconeri allontanare quel quarto posto disperato ultimo traguardo da centrare in un'annata storta. La Juve già non era una Ferrari, affidarla a un esordiente delle big come Motta rivelatosi inadatto, inesperto e incapace di riconoscere i propri errori e quindi anche incapace di imparare da questi è stato un errore che a Torino stanno pagando a caro prezzo e che appare come clamoroso ogni giorno che passa. 

 

Il Parma di Chivu, sesta partita utile e capace di mettere in difficoltà e prendersi punti con le big, mette a nudo tutti i problemi ai quali Tudor sta provando a mettere una pezza dopo l'altra: una fragilità difensiva spaventosa non appena la sfera si stacca da terra, prendendo gol in continuazione su palle aeree, un centrocampo a cui mancano lampi e personalità di giocata - con le cessioni volute da Motta di Fagioli e Nicolussi Caviglia che gridano ancora vendetta - e un attacco dove anche il fantasma di Vlahovic, se viene meno, fa sparire ogni riferimento. Yildiz aveva nascosto con giocate e gol i grandi interrogativi di questa rosa e di questa stagione, appena non è stato al massimo i bianconeri sono caduti. E ora la Champions passa necessariamente attraverso vittorie già complicate ma che potrebbero anche non bastare. 

 

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Due ko per Chivu, Tudor sovraccarica la fascia

Un lampo di Locatelli dopo trenta secondi, poi è tutta tattica a specchio e infortuni. Vogliacco e Bernabè fuori entrambi: il Parma perde il pilastro della difesa e la luce del centrocampo in un colpo solo, Chivu stravolge la squadra con Estevez e Hainaut dopo neanche dieci minuti. Juve che cerca spazi sulle fasce, Cambiaso non è nelle migliori condizioni e Valeri-McKennie è mismatch di ruolo, un esterno contro un pur generoso tappabuchi: tempi di inserimento e accelerazioni sono diverse, e allora la mossa di Tudor è semplice quanto intelligente, sovraccarico della fascia con Kalulu che inizia a spingere e Nico che si crea spazio proprio in quella zona. E iniziano i pericoli, con i cross del francese e un tacco di Vlahovic di poco a lato. 

Leoni sovrasta Vlahovic, Pellegrino sovrasta Kelly: 1-0

Giallo a Sohm, il primo della partita, e Leoni (che la Juventus aveva adocchiato e puntato in prospettiva, senza però chiudere il colpo con la Sampdoria come invece fatto dal Parma), nel frattempo passato giocoforza al centro della difesa, si mette in tasca Dusan con una facilità disarmante per un ragazzo classe 2006 in un paio di occasioni pericolose. Non sembra neanche stavolta la partita del serbo, che però lascerà il campo ad inizio ripresa per un problema alla coscia destra: penalizzato dall'infortunio, non aiuta davanti un Kolo Muani generoso e anche ispirato. Da Leoni in su, i duelli - a parte uno straripante Thuram  - li vince spesso il Parma, come quello tra Kelly e Pellegrino: l'argentino era già andato alla conclusione una volta pericolosamente nella prima frazione, nel finale di tempo toglie palla a un Cambiaso ingenuo e imposta l'azione alla fine della quale trova anche lo stacco vincente proprio sul difensore inglese, colpo di testa e palla alle spalle di Di Gregorio per un Tardini che esplode. 

 

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Suzuki blinda la porta. Ci prova solo Conceicao

Fuori Vlahovic, come anticipato, ma fuori anche un acciaccato Estevez: Hernani per il terzo cambio obbligato di Chivu. Dentro Conceicao, e poi dopo anche Yildiz per McKennie, Tudor prova a risvegliare la Juve e il numero 10 mostra subito quanto sia determinante per accendere la luce con un paio di iniziative. Ma il Parma è ordinato, coriaceo - Del Prato capitano da prestazione eccezionale - e non regala nulla, con i minuti che passano e i bianconeri sempre più imbrigliati e confusi. Suzuki deve impegnarsi su un paio di tentativi non irresistibili di Conceicao e trema solo sulla rasoiata del portoghese, che esce di un niente a pochi minuti dalla fine. Ma per il resto il Parma controlla, nonostante il triplo cambio finale di Tudor che butta dentro Douglas Luiz, Weah e Alberto Costa, e si porta a casa tre punti pesantissimi in chiave salvezza, inguaiando la corsa Champions dei bianconeri. 

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Con un gol di un argentino, il Parma batte la Juventus da grande squadra. Ma non sono i tempi di Crespo anche se ci sono Thuram, Cannavaro e Di Vaio in tribuna, ma quelli di Pellegrino, con la vittoria degli emiliani - e anche di Cherubini - ad avvicinare la salvezza e la sconfitta dei bianconeri allontanare quel quarto posto disperato ultimo traguardo da centrare in un'annata storta. La Juve già non era una Ferrari, affidarla a un esordiente delle big come Motta rivelatosi inadatto, inesperto e incapace di riconoscere i propri errori e quindi anche incapace di imparare da questi è stato un errore che a Torino stanno pagando a caro prezzo e che appare come clamoroso ogni giorno che passa. 

 

Il Parma di Chivu, sesta partita utile e capace di mettere in difficoltà e prendersi punti con le big, mette a nudo tutti i problemi ai quali Tudor sta provando a mettere una pezza dopo l'altra: una fragilità difensiva spaventosa non appena la sfera si stacca da terra, prendendo gol in continuazione su palle aeree, un centrocampo a cui mancano lampi e personalità di giocata - con le cessioni volute da Motta di Fagioli e Nicolussi Caviglia che gridano ancora vendetta - e un attacco dove anche il fantasma di Vlahovic, se viene meno, fa sparire ogni riferimento. Yildiz aveva nascosto con giocate e gol i grandi interrogativi di questa rosa e di questa stagione, appena non è stato al massimo i bianconeri sono caduti. E ora la Champions passa necessariamente attraverso vittorie già complicate ma che potrebbero anche non bastare. 

 

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