Atalanta, i tifosi: «Noi trattati come bestie nella trasferta di Coppa Italia»

La protesta dei supporter nerazzurri in una lettera aperta: «Dall'una di notte fino alle 6.40 del mattino siamo rimasti in un parcheggio sulle panchine o in terra, con un freddo tremendo, nella notte infatti c'erano quasi 5 gradi»
Atalanta, i tifosi: «Noi trattati come bestie nella trasferta di Coppa Italia»

BERGAMO - Con una lettera aperta a firma "Curva Nord Bergamo" e rivolta "Al Sindaco di Bergamo", "Alle Istituzioni bergamasche", "Ai dirigenti di Ferrovie dello Stato", "A chi ha gestito l'ordine pubblico a Roma" e "Alla società Atalanta", i tifosi dell'Atalanta protestano contro l'organizzazione della trasferta di Roma, per la finale di Coppa Italia contro la Lazio: "Da diverse settimane tutti sapevate dell'arrivo di circa 700 tifosi [...],  Questa era la trasferta più semplice da organizzare per noi, sarebbe bastato un treno charter con 1.000 posti per avere la parte più calda del tifo organizzato unita e non disgregata su treni, auto, van e pullman. Invece non è andata cosi, per noi non è stato un problema, su quei vecchi treni dove moltissimi di noi hanno viaggiato in piedi nonostante i 100€ spesi". Ma il punto che la lettera vuole sottolineare è, si legge, "il fatto di essere stati trattati peggio delle bestie la notte dopo la partita. Noi eravamo coscienti di passare la notte a Roma e tutti ne erano al corrente, ma non in questo modo".  Questo quanto lamentato dalla tifoseria: "Presi dallo stadio e portati nel parcheggio della stazione “Aurelia”, una stazione per modo di dire visto che ha solo due binari e nessuna area al coperto. Con le persone che a livello Istituzionale si sono poste con noi prima di questa trasferta ci era stato garantito che la notte l'avremmo passata “in stazione” e non in un parcheggio della stazione. In più c'erano solo due bagni chimici per tutti". "Dall'1.00 di notte fino alle 6.40 del mattino siamo rimasti li - prosegue la nota - in un parcheggio sulle panchine o in terra, con un freddo tremendo, nella notte infatti c'erano quasi 5 gradi. I dirigenti della polizia fingevano di interessarsi e si dimostravano dispiaciuti finché, quando abbiamo iniziato ad incazzarci, hanno tolto la loro falsa maschera e prima ci hanno vietato di prendere il treno delle 5.18, sopprimendo la fermata che avrebbe fatto ad “Aurelia” e poi hanno chiamato 5 squadre in più di agenti in tenuta antisommossa. Alla fine, dopo aver pagato tutti un regolare biglietto siamo riusciti a prendere il treno delle 6.37 (ovviamente anche questo in ritardo) e ripartire per Pisa. Se qualcuno pensava di piegarci, si è sbagliato di grosso!!!".

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