Gasp, sii fiero della tua Dea

Gasp, sii fiero della tua Dea© Getty Images

Il calcio sa essere crudele. E molto lo è stato con l’Atalanta, ieri sera a San Siro. La sconfitta con lo Shakhtar brucia perché immeritata. Sia detto con il massimo rispetto per la tosta e scafata rivale ucraina, capace di qualificarsi agli ottavi della Champions una volta ogni due da quando scende in lizza nel massimo torneo continentale. Un legno a testa, il rigore sbagliato da Ilicic, l’illusione firmata da Zapata che viaggia a una media realizzativa pazzesca (36 gol in 56 partite con la maglia nerazzurra), il ribaltone dei rivali che prima con Moraes e poi con Solomon che ha colpito e affondato l’Atalanta al 95’. Eppure. Eppure nulla deve essere rimproverato ai ragazzi di Gasperini: per impegno, qualità e quantità dell’impegno profuso essi meritano soltanto applausi.

Quelli che i venticinquemila bergamaschi presenti al Meazza hanno riservato a una Dea totalmente diversa rispetto alla squadra travolta nel debutto di Zagabria e, invece, di fronte agli ucraini, forte e determinata. Anziché fiaccarli, il rigore sbagliato da Ilicic ha dato una scossa ai bergamaschi, la cui prova è stata all’altezza della splendida condizione esibita nelle ultime tre gare di campionato. E’ evidente che, ora, il cammino nel girone divenga sempre più impervio e accidentato. Ma in Europa l’Atalanta deve continuare così, a testa alta. I conti si faranno alla fine. E Gasp sia fiero della sua Dea.

 

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