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BERGAMO - Poco meno di due mesi dopo l’ultima apparizione, Josip Ilicic farà oggi il suo ritorno a Zingonia. Nella casa dell’Atalanta. Al Centro Bortolotti, lì dove allenamento dopo allenamento ha costruito insieme a Gasperini e ai suoi compagni una delle squadre più belle ed emozionanti che il calcio italiano ricordi negli ultimi 20 anni. Di questa squadra, il numero 72 sloveno è una stella. Nonostante un momento molto difficile dal punto di vista personale e la necessità di superare un percorso specifico e impervio, la notizia più importante è che Josip è pronto a tornare a fare quello che gli riesce meglio: dipingere calcio con il suo sinistro. Dalla sfida con la Juve dello scorso 11 luglio si erano perse le tracce, pochi giorni dopo il classe 1988 nato a Prijedor era tra i convocati per Atalanta-Brescia ma allo stadio non si è visto. Era appena iniziata la sua personale sfida per il futuro, una gara giocata tra Milano (dove vive) e la Slovenia con l’obiettivo di ritrovarsi. Completamente. In queste settimane abbiamo seguito con discrezione e rispetto tutti i suoi movimenti, quelli social ma anche gli spifferi che segnavano il suo avvicinamento al ritorno in campo.
Per l’uomo e per il calciatore, questo è un momento decisivo: l’affetto dell’Atalanta che lo ha magistralmente protetto, l’abbraccio dei compagni e la quotidiana sfida alla prossima partita rappresentano certezze di cui lui e tutto il popolo bergamasco hanno bisogno. Bergamo in questi due mesi ha sofferto per lui, in silenzio. Prima è stato il tempo delle domande, poi del rispetto. Mentre l’Atalanta chiudeva la stagione al terzo posto e si preparava a Lisbona, lui era lontano. Dopo il 2-0 subito dall’Inter all’ultima giornata, la squadra si è radunata in mezzo al campo e ha mostrato la sua maglia. Poche ore più tardi, Ilicic ha condiviso su Instagram un cuore per il gesto dei compagni e uno scatto con la moglie nell’intimità delle montagne di casa. Il filo diretto con il gruppo e la maglia nerazzurra non si è mai interrotto, in caso di approdo alla semifinale di Champions League Josip era pronto a prendere un aereo privato per volare dai suoi compagni a Lisbona. Solo per un saluto e per dire “io ci sono”.