Percassi: "Società, tifosi e stadio. Sarà grande Atalanta"

Intervista all’ad nerazzurro, che racconta i progetti di un club legato in modo profondo alla città: "I lavori per il nuovo impianto costeranno 100 milioni"
Percassi: "Società, tifosi e stadio. Sarà grande Atalanta"© FOTO FEDERICO GAETANO-AG ALDO LI

« U n sogno per l'Atalanta? Ne ho tanti. Quando parlo con papà Antonio è come se lo facessi con tutti i tifosi. Sento grande responsabilità, speriamo di continuare a fare bene. È una società che rappresenta la città, il legame con la nostra terra viene prima di tutto. Ed è qualcosa di emozionante. Che ti prende il cuore». Luca Percassi, amministratore delegato dell'Atalanta, non stacca mai. Da mattina a sera, in ufficio o sul campo e con il telefono in tasca, è focalizzato sulla Dea. L'avvio di stagione è da applausi, sabato arriva l'Inter e la voglia di continuare a stupire è forte. Fortissima.

Facciamo i conti: 19 punti in 10 partite di A.
«Per quanto mostrato in queste prime partite, penso che siano giusti. Ce li siamo conquistati».

Che Atalanta ha visto finora?
«Ci sono state tante conferme. Da chi era già qui e dai nuovi acquisti. L’anima dell’Atalanta è sempre molto forte, e possiamo crescere ancora».

In estate avete fatto un grande mercato.
«Devo dire grazie alla proprietà, ad Antonio Percassi e Steven Pagliuca, per la disponibilità sul mercato. I numeri parlano: investimenti senza precedenti che sono anche i più grandi della storia dell’Atalanta».

Perché questa svolta?
«Perché per volontà e per opportunità di mercato potevamo farlo, l’obiettivo è sempre provare a rinforzarci. L’ambizione è continuare a essere competitivi, sempre nel rispetto della nostra dimensione e identità. Verso la nostra tifoseria sentiamo grande senso di responsabilità, l’Atalanta è Bergamo e ce ne accorgiamo ogni giorno. Parola d'ordine? Lavoro, lavoro e ancora lavoro».

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Rimanendo sull’attacco, ci sono davvero tante opzioni.
«Gasperini tiene in modo particolare alla prima linea. Noi dirigenti condividiamo questo pensiero, abbiamo fortemente creduto e voluto Scamacca perché eravamo certi di riportare in Italia un attaccante dal grande potenziale e per questo abbiamo investito molto per acquistarlo. Lui e gli altri nuovi arrivati ci hanno scelto: è motivo di grande orgoglio, pensiamo di avere attaccanti davvero molto interessanti».

L'accordo con Gasperini è stato allungato fino al 2025.
«Confermo. Quando avevamo fatto l’incontro a inizio giugno si era deciso in questo senso».

Arriva l'Inter capolista, che partita sarà?
«Finora hanno dimostrato di essere la più forte e completa del campionato. Complimenti per la squadra che hanno allestito, speriamo di fare bella figura davanti al nostro pubblico».

Siete in testa al girone di Europa League.
«La sensazione è che in Europa, ancora più di quanto accade in A, devi conquistarti tutto. E nulla va dato per scontato. La classifica non deve ingannarci, siamo padroni del nostro destino ma sappiamo che ognuna delle restanti gare sarà molto complicata».

Il modello Atalanta è sostenibile e regala soddisfazioni: perché nessuno cerca di imitarvi?
«Non so se gli altri hanno bisogno di imitarci o imparare da noi. Siamo concentrati sul nostro percorso di crescita, spesso siamo noi a chiederci cosa possiamo imparare dagli altri. Conta come programmi il futuro, non quello che hai fatto».

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Ci racconta qualcosa del sodalizio con l'americano Pagliuca?
«Ha origini italiane e subito ci ha fatto capire di voler fare qualcosa nel nostro Paese. Mi ha sempre detto che l’Atalanta, per come è gestita e per quello che rappresenta, è simile ai Boston Celtics. Per il concetto di famiglia, storia e filosofia societaria. Apprezzo molto il loro approccio, sono rispettosi della nostra storia e si fidano di quanto facciamo. Credono nell’importanza del settore giovanile, dialoghiamo ogni giorno e ci ritroviamo in tante cose. Quando li ascolto, imparo».

Come vanno i lavori allo stadio?
«Siamo in linea con i programmi, credo sia emozionante giocare in casa con le gru a pochi passi e i gradoni che crescono. Questa è Bergamo, questo è il nostro modo di essere. C’è lavoro, costante. Lo stadio è l’investimento strutturale più importante della storia atalantina: parliamo complessivamente di circa 100 milioni di euro. Sarà spettacolare».

La terza maglia, rossa, è un omaggio a Bergamo.
«Sappiamo quanto la maglia sia rappresentativa e questa volta abbiamo pensato alla città».

Anche il video di lancio è emozionante.
«Abbiamo imparato che lo studio e il lavoro che sta dietro a ogni maglia merita di essere spiegato. E lo faremo. Ci sono già in cantiere quelle della prossima stagione e presto sveleremo la divisa per il Christmas Match».

Torniamo al campo e al progetto Under 23.
«Per noi è un investimento importante, darà spazio ai ragazzi del nostro settore giovanile che arrivano in età da prima squadra. Siamo molto contenti del lavoro sin qui portato avanti dal direttore sportivo Fabio Gatti e dal tecnico Modesto».

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Ci racconta qualcosa del sodalizio con l'americano Pagliuca?
«Ha origini italiane e subito ci ha fatto capire di voler fare qualcosa nel nostro Paese. Mi ha sempre detto che l’Atalanta, per come è gestita e per quello che rappresenta, è simile ai Boston Celtics. Per il concetto di famiglia, storia e filosofia societaria. Apprezzo molto il loro approccio, sono rispettosi della nostra storia e si

Mercato: cosa pensa della "bolla" araba?
«Parliamo di numeri e ingaggi di altro livello rispetto alla normalità europea, personalmente sono contento perché il calcio suscita interesse anche in quelle zone dove esiste una forza economica che li rende credibili e si tratta del secondo mercato a livello globale. Non penso sia solo una bolla».

Lei, Congerton e D’Amico lavorate molto bene insieme. C'è un segreto?
«La diversità è un valore. Ci confrontiamo, quando abbiamo di fronte un buon giocatore siamo tutti d’accordo. Sono due ottimi professionisti, hanno grandi intuizioni».

Il difensore per gennaio è già stato individuato?
«Non vado nel dettaglio perché le cose possono cambiare, ma ribadisco: l’obiettivo della proprietà è provare sempre a rinforzare la squadra».

Il Centro Bortolotti di Zingonia è sempre in evoluzione.
«E continuerà a migliorare. Abbiamo tante idee, presto realizzeremo nuovi uffici. Ci sono riflessioni in atto, anche per seguire le esigenze delle famiglie dei nostri ragazzi. Abbiamo acquistato un'altra porzione di terreno, la voglia di crescere è costante. Anche con nuove iniziative. Abbiamo deciso di ampliare il nostro progetto “Atalanta For Special”: oltre alla prima squadra avremo anche un settore giovanile “For Special”, sempre in collaborazione con la Nembrese Calcio. Siamo molto contenti».

Le dà fastidio quando non vi vengono riconosciuti i meriti per i risultati che avete centrato in questi anni?
«Siamo concentrati su quello che serve fare per il bene dell’Atalanta e per il suo futuro, poco o niente su chi sottovaluta il lavoro del club».

Cosa pensa del calcio italiano?
«Abbiamo grandissime capacità e potenzialità ma a volte non si fa fronte comune. Sono però convinto che, in ambito europeo, siamo quelli con le possibilità di crescita più alte di tutti».

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« U n sogno per l'Atalanta? Ne ho tanti. Quando parlo con papà Antonio è come se lo facessi con tutti i tifosi. Sento grande responsabilità, speriamo di continuare a fare bene. È una società che rappresenta la città, il legame con la nostra terra viene prima di tutto. Ed è qualcosa di emozionante. Che ti prende il cuore». Luca Percassi, amministratore delegato dell'Atalanta, non stacca mai. Da mattina a sera, in ufficio o sul campo e con il telefono in tasca, è focalizzato sulla Dea. L'avvio di stagione è da applausi, sabato arriva l'Inter e la voglia di continuare a stupire è forte. Fortissima.

Facciamo i conti: 19 punti in 10 partite di A.
«Per quanto mostrato in queste prime partite, penso che siano giusti. Ce li siamo conquistati».

Che Atalanta ha visto finora?
«Ci sono state tante conferme. Da chi era già qui e dai nuovi acquisti. L’anima dell’Atalanta è sempre molto forte, e possiamo crescere ancora».

In estate avete fatto un grande mercato.
«Devo dire grazie alla proprietà, ad Antonio Percassi e Steven Pagliuca, per la disponibilità sul mercato. I numeri parlano: investimenti senza precedenti che sono anche i più grandi della storia dell’Atalanta».

Perché questa svolta?
«Perché per volontà e per opportunità di mercato potevamo farlo, l’obiettivo è sempre provare a rinforzarci. L’ambizione è continuare a essere competitivi, sempre nel rispetto della nostra dimensione e identità. Verso la nostra tifoseria sentiamo grande senso di responsabilità, l’Atalanta è Bergamo e ce ne accorgiamo ogni giorno. Parola d'ordine? Lavoro, lavoro e ancora lavoro».

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