L'assenza di Scamacca e le plusvalenze dell'Atalanta
Sull'analisi del match e l'assenza di Scamacca: "Ogni partita è diversa, non sarà simile alla Roma. Nelle finali ci sono meno margini di rimonta, bisogna stare attenti agli episodi. Serve concentrazione e a fare la differenza è la fiducia, il gesto tecnico corretto. Sono aspetti determinanti. L'assenza di Scamacca ci costringerà a trovare altre soluzioni: sono molto dispiaciuto per questo, è stato privato di una finale dove bisogna portare i giocatori migliori. Forse dovremmo adeguarci a quello che succede in Europa, dove le ammonizioni si azzerano nelle semifinali. Nel conto di una stagione ci sta arrivare carichi di diffide, ma una piccola ammonizione diventa un peccato". Sui tifosi: "Bergamo sta vivendo un momento di fibrillazione e l'Atalanta catalizza i pensieri della città. Sarà così nei prossimi giorni. Dublino assumerà un carattere internazionale. Questo è un momento fantastico, non so se vale un trofeo".
Poi ha aggiunto: "Non so se vincere mi rende un bravo allenatore o meno. Quando vado a Crotone, a Genova e a Bergamo sono accolto bene. Nella vita ognuno deve superare i propri limiti, saperli superare significa essere vincenti. Ci sarà sempre qualcuno più bravo, ma ognuno vince le proprie battaglie. C'è chi non può competere per vincere, ma questo non significa non sia bravo". Sul modello Gasperini per il futuro del club: "Non è facile. Noi abbiamo avuto fiducia e speranza. Ma le idee e la capacità della società di fare plusvalenze sono stati il segreto dell'Atalanta. Credo sia l'unico modo per poter essere competitivi reinventandosi e trovando risorse. Per questo è stato importante andare in Champions, vendere e realizzare cifre da reinvestire. Ma bisogna sbagliare molto poco sul mercato. Abbiamo una squadra giovane: sono cresciuti Scalvini, Ruggeri e Carnesecchi dal vivaio. Ederson e Koopmeiners sono stati valorizzati. Si può replicare, sì, ma è difficile perché le risorse vanno create".
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