MILANO - Un'eccezione italiana nel grande calcio europeo. È l’Atalanta, che indica la strada, forse non del tutto percorribile dalle connazionali. Come il calabrone, del quale una leggenda metropolitana dice non possa volare ma lo faccia ugualmente, la Dea si libra oltre la propria dimensione. Solo quindicesimo per ricavi nel "Football Benchmark’s European Champions Report 2025", il club bergamasco è stabilmente nell’élite europea e vede a un passo l’accesso diretto agli ottavi di finale di Champions League, mentre altre - Psg e City su tutte - stentano. È lo spiraglio di luce che offre all'Italia il confronto tra la classifica per fatturati e quella per risultati della massima competizione Uefa. Nessuno, in Europa, è ricco come il Real Madrid: il club spagnolo è stato il primo a superare il miliardo di euro in termini di entrate, seguito dal Bayern Monaco che a dicembre ha tagliato lo stesso traguardo (ma non compare, al pari di altri club inglesi, nella tabella sopra, perché si riferisce ai dati presentati entro la fine del 2024). Le grandi del calcio europeo sono astri lontani, viste dalla Serie A: secondo il report di Football Benchmark, il Milan guida le fila delle italiane, seguito dall’Inter che ha superato la Juventus per la prima volta dal 2011-12. La distanza con Liga e Premier è abissale, ma pare incolmabile persino quella con il Borussia Dortmund, un club che neanche troppo tempo fa, a livello economico, giocava lo stesso campionato dei nostri.
Atalanta esmpio da seguire
Football Benchmark fotografa una situazione economica di risanamento - Inter e Psg sono le uniche ad aver vinto il campionato con i conti "in rosso", sebbene i nerazzurri abbiano ridotto in maniera significativa le perdite -, ma che denota la ben poco competitività finanziaria del calcio italiano. In questo calcio sempre più polarizzato, sorride l’Atalanta: i 242 milioni di euro di fatturato, che scendono a 158 al netto del player trading, non le impediscono di guardare quasi tutti dall’alto in basso, quando si tratta di risultati sportivi. Dalla vittoria dell’Europa League alla consacrazione in Champions, la Dea racconta un modello diverso. Una società che punta da sempre sui giovani - già pianificati nuovi investimenti su Zingonia, anche grazie al recente aumento di capitale da 72 milioni - e che sul calciomercato ha una strategia chiara: i Koopmeiners, per citare l’ultimo caso, si comprano a 14 milioni e si vendono a 55.