Bologna, con Saputo obiettivo stadio

Il presidente ha riqualificato il centro di Casteldebole e vuole trasformare il Dall'Ara in un gioiellino da 28mila posti
Bologna, con Saputo obiettivo stadio© FOTO SCHICCHI

TORINO - Quasi tre anni di Joey Saputo. L’imprenditore italo-canadese è planato in Europa a ottobre 2014, destinazione Bologna. Prima azionista di maggioranza, oggi proprietario e presidente. Con grandi idee e progetti, come è giusto che sia. Per i Saputo lo sport è aspetto importante. In patria sono i proprietari dei Montreal Impact, squadra che partecipa alla Major League. Vi giocano parecchi elementi transitati dal Bologna, come Dzemaili, Mancosu, Paponi e Boldor. Ma anche italiani che con i rossoblù non hanno avuto a che fare, come Donadel. Il Bologna è diventato l’avamposto europeo dei Saputo, che quest’anno avrebbero voluto allargarsi alla Premier, salvo essere bruciati dai soliti cinesi nella corsa all’acquisto dell’Aston Villa.

MISSIONE EUROPA - Resta quindi il Bologna, per il quale i progetti sono importanti. Il vantaggio di lavorare con i Saputo è che la mentalità è a stelle&strisce, non si ragiona giorno per giorno ma sul lungo periodo. Come è stato pensato per il Bologna. Finora gli investimenti sulla squadra sono stati di un’ottantina di milioni, Saputo ha sempre sottolineato di voler riportare la squadra ai livelli che le competono: parlare di scudetto, di questi tempi, è dura, ma un discorso coppe diventa decisamente abbordabile. E poi c’è l’aspetto legato allo stadio. Anche a Bologna l’idea è quella di avere un impianto all’altezza di quello dei grandi club. Un Dall’Ara che sia realmente la casa del Bologna. Finora la gestione Saputo ha investito una ventina di milioni nelle infrastrutture: il centro sportivo di Casteldebole è stato totalmente riqualificato mentre sono stati fatti i primi interventi allo stadio (apprezzati assai) nell’area hospitality.

VINCOLI DA RISPETTARE - Saputo vuole però fare il salto in alto, con un intervento radicale sul Dall’Ara. Occorrerà tenere conto dei vincoli architettonici, innanzitutto: parliamo di un impianto inaugurato nel 1927 e quindi con precise direttive da seguire. Poi ci sono le questioni ancor più delicate legate alle aree compensative, quelle su cui realizzare infrastrutture per centri commerciali ed edifici simili, non contigue allo stadio. I tempi rischiano di allungarsi, ma Saputo è determinato a creare un gioiellino da 28-30.000 posti. Per ora il presidente si accontenta del Dall’Ara attuale. Ci tornerà domenica, dopo aver tifato Bologna il giorno prima a Marassi contro il Genoa: c’è la messa officiata da papa Francesco, in visita alla città, un appuntamento che Saputo non vuole assolutamente mancare.

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