Tra Bologna e Mihajlovic non c’è stato il lieto fine

Il club lo ha esonerato. Saputo: “La decisione più difficile da quando sono qui...” Sinisa paga la brutta partenza: 3 punti in 5 gare. In pole Thiago Motta, poi Ranieri
Tra Bologna e Mihajlovic non c’è stato il lieto fine© ANSA

BOLOGNA - L'epilogo era scritto: alla fine ieri pomeriggio Sinisa Mihajlovic è stato esonerato. La situazione creatasi da tempo era oggettivamente molto complessa da gestire. Il Bologna si trovava con le mani legate dal “beau geste” di mantenerlo alla guida della squadra fin dal 13 luglio 2019, il giorno dell'annuncio della leucemia. Mihajlovic ha lottato come un leone, e continua a farlo. Ma chiedergli un passo indietro sarebbe stato contro la sua natura, lui che più di ogni altro incarna la filosofia del superomismo di Nietzche. Così per chiudere un rapporto protrattosi troppo a lungo l'unica soluzione era una presa di responsabilità da parte della società. L'errore è che arriva fin troppo tardi, comprendendo pure un rinnovo biennale in omaggio all'empatia con Sinisa, rafforzata dalle circostanze.

I possibili sostituti di Mihajlovic

Mihajlovic al quarto anno ha sempre e soltanto chiesto di essere giudicato come allenatore, e sul piano strettamente tecnico si è tergiversato per troppo tempo. Nell'anno solare 2022 il Bologna ha raccolto in campionato solo 4 successi su 24 partite. Ora ha 3 punti in classifica dopo 5 gare. Il gioco latita, le scelte di schemi e formazioni sono state ondivaghe e incerte, la squadra fatica a fare gol. Il direttore dell'area tecnica Giovanni Sartori - che si è trovato Mihajlovic in panchina dalla gestione precedente - prova a metterci una pezza: Thiago Motta è in pole position, con l'obiettivo di vederlo già in panchina domenica contro la Fiorentina. Resta viva anche l’ipotesi Caludio Ranieri.. Per ora la squadra è stata affidata a Luca Vigiani, tecnico della Primavera, che guiderà l'allenamento odierno. 
La cronaca spicciola parla di un tentativo a Roma dei dirigenti del Bologna per convincere Mihajlovic di recedere dal rapporto. Ovviamente l'allenatore serbo, legato da un contratto fino a giugno 2023, ha detto no. Nessuno conosce, fuori da una cerchia ristrettissima, le attuali condizioni fisiche di Sinisa, che nei mesi scorsi ha dovuto combattere contro una forte recrudescenza della malattia. Nelle ultime settimane Mihajlovic ha parlato a più riprese di un miglioramento. Certo ha dovuto saltare tutta la preparazione e il ritiro, seguiti da remoto come nei momenti più difficili dei primi ricoveri in ospedale. La società ieri ha espresso in una nota una posizione improntata al realismo: «Anche i cicli tecnici che hanno dato soddisfazioni sportive, come questo, possono esaurirsi e perdere la spinta iniziale». 
Joey Saputo, silente durante tutta la sua permanenza a Bologna, si è quindi affidato a un testo scritto, scrivendo tra le altre cose: «E’ stata la decisione più difficile che ho preso da quando sono presidente del Bologna. In questi anni abbiamo vissuto insieme a Sinisa momenti bellissimi e dolorosi che hanno cementato un rapporto non solo professionale ma soprattutto umano. Nonostante i ricoveri in ospedale e i pesanti effetti delle cure a cui è stato sottoposto, è sempre rimasto vicino alla squadra, grazie anche alla professionalità del suo staff. Mihajlovic ha affrontato con coraggio e determinazione la malattia fin dal giorno in cui la volle rendere pubblica. Il club e la città intera si sono stretti intorno all’allenatore in questa difficile esperienza personale, nonostante Mihajlovic abbia sempre preteso giustamente di essere valutato solo per il suo lavoro. Ora, purtroppo, è arrivato il momento di un cambio di guida tecnica: una decisione sofferta che abbiamo dovuto prendere per il bene della squadra e del club».

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