Il Bologna tratta ma Thiago Motta piace pure ai top club

Offerto il rinnovo di contratto all’allenatore, che ha preso tempo: intanto l’eurosogno è sempre più a fuoco
Il Bologna tratta ma Thiago Motta piace pure ai top club© LAPRESSE

Più che una percezione, è un dato di fatto che Thiago Motta sia in rampa di lancio. L'anno scorso ha portato il Bologna a toccare i 54 punti per un nono posto da cui in punta di piedi ha potuto sfiorare l'Europa. E non era un compito facile subentrare a Mihajlovic. Questa stagione la sua squadra ha imbroccato una striscia di 10 partite senza sconfitte. La battuta d'arresto fisiologica a Firenze, prima della sosta, non sposta la lancetta sul tachimetro di un Bologna a tavoletta, in pianta stabile nella parte sinistra della classifica, con l'eurosogno sempre più a fuoco. 

Thiago Motta e il rinnovo con il Bologna

Da mesi si discute del prolungamento del contratto di Thiago. Lui è tutt'altro che insofferente per la situazione. Sa bene che qualunque firma apponesse andrebbe comunque a suo vantaggio. Al momento incassa 1,2 milioni di euro netti; potrebbe ipoteticamente prenderne circa 2 per altre due stagioni, solo ed esclusivamente però con un progetto tecnico di suo gradimento. Ma è palese che la presenza di un nuovo accordo non lo toglierebbe dal mercato. Se si presentasse una big, Motta l'ascolterebbe, come logica impone. La passata estate si sono già accavallate diverse voci, come l'interessamento del Paris St. Germain. Poi ci fu il contatto con Aurelio De Laurentiis ai tempi del casting post-Spalletti. Thiago non ebbe un'impressione felice e abbandonò in fretta il tavolo. Di recente proprio il presidente del Napoli ha avuto modo di raccontarla dal suo punto di vista: quando il tecnico chiese del direttore sportivo, De Laurentiis disse che c'era lui, e tanto bastava. Motta non ha più replicato, convinto che restare a Bologna sia stata la scelta giusta. Se poi Thiago dovesse fare le valigie, ipotesi plausibili per la panchina emiliana sono Di Francesco e D'Aversa. 

Thiago Motta, il mercato e la sfida con Juric

Lungo la via Emilia, l’allenatore 41enne ha trovato la dimensione migliore. Dopo il Genoa e lo Spezia, sulla panchina emiliana ha dimostrato le sue qualità nella costruzione del gruppo. Nonostante un pizzico di sindrome da accerchiamento - comune peraltro a molti suoi colleghi - Thiago ha tuonato quando ritenne necessario farlo, svestendo i panni andreottiani che lo caratterizzano di solito nelle conferenze. Ad agosto dopo l’amichevole di Utrecht parlò di squadra «non competitiva per la serie A». Sartori accelerò negli ultimi giorni di mercato, chiudendo quelle trattative che ancora non erano state finalizzate, dando poi in mano a Motta una rosa sì da plasmare, ma con un’effettiva solidità di fondo: è venuto fuori un Bologna molto coeso, senza stelle riconoscibili, ma di buona qualità diffusa. Se c’è un pregio (ma anche un difetto?) di Thiago Motta è mettere tutti sullo stesso piano.

La gestione di Arnautovic l’anno scorso - panchinato senza riguardi a più riprese - lascia qualche perplessità in prospettiva, quando cioè in un top-team l’italobrasiliano se ne troverebbe sette o otto di campionissimi da gestire. Con Jesper Karlsson, pagato 11 milioni all’Az Alkmaar, ha avuto ragione Thiago, accantonandolo in attesa di tempi migliori. Ora toccherà allo svedese. Una cosa è sicura: con Motta gioca chi lo merita, non le figurine. E lunedì sera tornerà a sfidare Juric: suo caro amico (sono da sempre in ottimi rapporti) fin dai tempi comuni nel Genoa, da giocatori, nel 2008-’09. E poi nel 2011 all’Inter, quando Ivan era viceallenatore di Gasperini: e Thiago un calciatore nerazzurro.

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