Giovanni Sartori preferisce essere e non apparire. Già questo lo rende l'eccezione alla regola, in un mondo dove troppi sgomitano per fare il contrario, con risultati sconfortanti. Sul mercato, è la migliore risposta all'algoritmo perché lui, prima di prenderli i giocatori li va vedere dal vivo, una, dieci, anche venti volte, se del caso. "Mi piace girare, anche quando non ci sono segnalazioni. Vogliamo verificare tutto dal vivo: abbiniamo al live il video, con quello si fa una prima schermatura. Però, io sono sempre stato un amante dell'osservazione di persona e in questo mio modo di pensare ho coinvolto il Bologna. Mi stanno seguendo, andiamo avanti così. E se c'è qualcuno che mi viene segnalato, vado io a vederlo".
Sartori, il re del mercato
Del mercato, è Re Giovanni l'Invisibile: la concorrenza si accorge della sua presenza solo dopo essere stata bruciata sul tempo nella corsa a questo o a quel calciatore. Preferibilmente sconosciuto o semisconosciuto o da rilanciare, che costi meno e sia destinato a valere molto di più grazie alla bravura di chi poi lo valorizza: si chiami Luigi Delneri al Chievo, Gian Piero Gasperini all'Atalanta, Thiago Motta al Bologna. Una riprova? Da Verona a Bergamo a Bologna, quante ne volete: Barzagli, Legrottaglie, Pellissier, Amauri, Perrotta, Gomez, Ilicic, Muriel Zapata, Kulusevski, Kessie, de Roon, Gosens, Mancini, Bastoni, Romero, Demiral, Freuler, Cristante, Malinovskyi, Koopmeiners, Ferguson, Zirkzee, Posch, di nuovo Freuler, Calafiori, Saelemaekers, Odgaard, appena riscattato dagli emiliani; Ndoye, Lucumì, Fabbian, Castro, Beukema. E potremmo andare avanti, per enumerare i colpi del Cobra nomignolo che richiama le parole di Virgilio: latet anguis in herba, il serpente sta nascosto nell'erba. E poi colpisce.
Le parole di Sartori
Qui, tuttavia, non si celebra soltanto il valore tecnico di uno degli artefici del Bologna in Champions League, nel sessantesimo anniversario dell'ultimo scudetto. Qui si rimarca il risvolto umano di Sartori, nei giorni di celebrazione del Grande Sogno divenuto realtà; per Giovanni, nel nome del padre. Estate 2022, durante la presentazione ufficiale, avendo al fianco Saputo e Fenucci, Sartori confida: "Quando i rossoblù mi hanno chiamato, ho pensato a mio papà. Lui era un tifoso del grande Bologna dello scudetto '64, di Pascutti, Bulgarelli, Perani; mi portava a vederlo a San Siro ogni volta che la sua squadra del cuore veniva a Milano per giocare contro l'Inter o il Milan. Ora sono al Bologna, un segno del destino. A proposito del quale, ha scritto Flaiano: non chiedetemi dove andremo a finire perché già ci siamo". Appunto.