Razzismo, il Cagliari espelle a vita 3 tifosi dallo stadio

Avevano rivolto "buh" e insulti a giocatori avversari. Arriva anche il plauso del Presidente FIGC Gravina
Razzismo, il Cagliari espelle a vita 3 tifosi dallo stadio© LaPresse

CAGLIARI - Non potranno mai più entrare alla Sardegna Arena tre tifosi del Cagliari ritenuti responsabili di aver indirizzato a giocatori avversari insulti razzisti nel corso di questo campionato. E' la clamorosa decisione presa dalla società del presidente Giulini, che ha deciso di allontanare per sempre dallo stadio le tre persone individuate grazie anche al lavoro di indagine degli steward e del personale preposto alla sicurezza all'interno della Sardegna Arena.

"Il calcio italiano sta combattendo una lotta senza quartiere contro il razzismo, per questo desidero congratularmi con il Cagliari Calcio per l'intransigenza che ha mostrato con questa decisione. La serietà e la determinazione del presidente Giulini sono sotto gli occhi di tutti, la Federazione sostiene con atti concreti lui e tutti i suoi colleghi in prima fila contro ogni forma di discriminazione, perché la piaga dell'inciviltà si può vincere solo scendendo in campo insieme". Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina commenta così la decisione del club sardo di espellere a vita tre tifosi protagonisti di "buh" razzisti contro avversari. "Il calcio italiano ha bisogno di compattezza e condivisione di intenti per continuare quel processo di rilancio che di cui tutti siamo protagonisti. - ha aggiunto il numero 1 della Figc -. L'iniziativa del Cagliari, così come quella dell'Hellas Verona di pochi giorni fa, che ha dotato gli steward di body cam, concorre a creare le condizioni ambientali migliori per far vivere lo spettacolo del calcio con gioia e serenità". "Sono segnali di grande responsabilità, cui mi aspetto seguano anche comportamenti conseguenti da parte di tutti i tesserati - ha proseguito Gravina - ai quali rivolgo un invito ad abbassare i toni perché nelle ultime settimane abbiamo assistito ad atteggiamenti difficilmente tollerabili. Così come auspico che ci sia maggior rispetto per la classe arbitrale anche da chi è fuori dal nostro mondo, ma è spesso avvezzo alla polemica pretestuosa", ha concluso.

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