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CAGLIARI - Ha ripreso esattamente da dove aveva terminato. Con una sconfitta. La cura Zenga per il Cagliari pare non aver prodotto alcun effetto immediato. La mancanza di João Pedro (cannoniere del complesso) e Nainggolan parziale scusante di una prova comunque di basso cabotaggio. Sono mancate le connessioni. Gioco troppo frazionato, lanci lunghi a saltare il centrocampo con la speranza di trovare gli spazi per innescare punte neanche troppo in palla. Passi per Simeone che ha almeno centrato il settimo sigillo stagionale, ma Gastón Pereiro ha fatto la parte dello spettatore non pagante. Per non parlare del 3-5-2 apparso approssimativo ed incapace di infoltire, come da piano partita, la zona nevralgica soprattutto in parità numerica. È vero che Zenga ha necessità di verifiche, però l’esordio non è parso in linea con le aspettative che si erano create attorno a lui che aveva preso il posto di Rolando Maran dopo un periodo di risultati negativi in serie. Tra l’altro domani a Ferrara Nainggolan sarà ancora out ed a lui si aggiungeranno Cigarini (espulso al Bentegodi) e Ceppitelli (era diffidato ed ha beccato un giallo).
Il ritorno di João Pedro potrebbe incidere sulla maggior pericolosità offensiva, però il Cagliari dovrà variare la mentalità. Il cuore, quello sì non è mancato, ma non basta se non si integra con disponibilità al sacrificio e linearità tattica. L’allenatore, che ha esordito dopo il periodo di isolamento sociale dovuto a Covid-19, ha avuto un impatto traumatico. Ha portato una ventata di novità nell’assetto, però non è riuscito ad inculcare la giusta dose di agonismo, una delle sue prerogative quando ha diretto altre formazioni e che comunque una squadra come il Cagliari deve avere. Ora Zenga dovrà rivedere qualcosa in vista di un confronto come quello di domani contro una Spal che deve necessariamente centrare i tre punti se vuol sperare di recuperare qualche posizione in classifica per la salvezza.