Italia, riecco Barella in versione ‘trequartista’: il motivo della mossa di Spalletti

L’ex Cagliari: "Complimenti ai miei compagni per le gare in cui non c’ero. Il Belgio è tra le mie vittime preferite, ma sarà una gara difficile”

INVIATO A BRUXELLES - E che, vuoi fare a meno di Nicolò Barella? Sì, certo: ora hai messo assieme un centrocampo che funziona (è tornato Tonali, chissà se è un caso? Torni a giocare “a cinque” che quello fanno…), ma diamine: Nicolò è il più forte di tutti. Oppure ci siamo già dimenticati che dopo quel gol all'Albania all'alba dell'ultimo disastroso Europeo si sprecavano i paragoni (senza senso, eh) con clamorosi top player. Paragoni che forse infastidirono lo stesso Spalletti che così, a domanda, rispose dopo la gara contro gli albanesi: "Barella? La Nazionale può fare a meno di chiunque". Giusto, perché il gruppo va sostenuto a prescindere. E pure lo stesso Barella ha rimbalzato malino tra parole, opere e omissioni. Sempre dopo la gara contro l'Albania al Westfalenstadion di Borussia (quattro mesi fa, eh…): "Sputerò sempre sangue per questa maglia e per questi ragazzi. Voglio dare tutto per questa Nazionale". Tutto… Il giusto, visto che alla ripresa dei lavori azzurri c'è stato prima un problema al naso (operazione non più rimandabile, per carità) e poi un fastidio muscolare.

Italia: Barella non più centrale

Insomma, il buon Barella ha dovuto elaborare un poco di situazioni prima di rimettere al centro le frasi “senza un domani” successive alla gara contro l'Albania. Capita: son ragazzi e, in fondo, la Nazionale si infila in mezzo a mille altri impegni e non è che si possa sempre essere coerenti alle frasi di un dopo partita che assomigliano, se si paradigma l'adrenalina da campo a quella delle libagioni, alle frase di un dopocena. Poi, passata la sbornia, in mezzo ci sono mille altre sfumature: rapporti da sistemare, dinamiche da aggiustare, equilibri da mantenere, infortuni da gestire. E Barella, così, rientra in una Nazionale in cui improvvisamente non è più centrale: quella che ha battuto bene la Francia senza di lui e ha dominato il Belgio, fino all'espulsione di Pellegrini, di nuovo senza di lui. Tutto giusto, a certificare le frasi di Spalletti secondo cui “l'Italia può fare a meno di Barella”. Ma se tu fai di mestiere il ct della Nazionale e riconvochi Barella (sebbene dopo che lo stesso ha deciso di riservare, legittimamente per carità, il proprio sangue ad altro e non alla maglia azzurra per ben due volte) come fai a tenerlo fuori?

Barella: "Belgio fra le vittime preferite"

Difficile, così come è difficile modificare gli equilibri di un centrocampo che funziona e dunque perché non provare a piazzare Barella alle spalle del centravanti, in quella posizione ibrida tra il centrocampista di raccordo con le punte e il trequartista da inserimento che comunque Barella svolge già bene nell'Inter? Ma sì, in fondo un trequartista da manuale, di quelli che saltano l'uomo per determinare superiorità, ormai non ce l'ha più nessuno (e se ce l'hanno, in potenza, lo piazzano sulla fascia…) e così ben venga uno come Barella che sa svolgere con maestria le “due fasi” tra copertura e inserimento. Di sicuro sarà interessante verificare sul campo, stasera, come Luciano Spalletti riuscirà a far convivere gente come Tonali e Frattesi con un Barella da governo più che da lotta. Lui, Barella, ha commentato così il ritorno: "Qui ci sono amici che conosco da tanto tempo, è come se non me ne fossi mai andato, sto benissimo e faccio i complimenti per le gare in cui io non c'ero. L'ultima volta che io sono stato in Nazionale non era facile e hanno dimostrato di avere grande forza. Al Belgio mi legano due dei miei più bei gol in Nazionale. Oggi ne parlavo con i miei compagni, diciamo che è stata una delle mie vittime preferite. Ma a prescindere dal fatto che io giochi o meno, non dovremo farci condizionare dall'andata: sarà una gara difficile".

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