"Ci siamo preparati in maniera intensa, affronteremo un avversario di livello". Il Cagliari mette nel mirino la Juventus, attesa in Sardegna domenica sera alle 20:45. Nella gara valida per la 26esima giornata di campionato, i ragazzi di Davide Nicola affrontano una Vecchia Signora ferita dall'uscita anticipata in Champions League. Un frangente che rende ancora più insidiosa una partita già di per sé difficile, come analizzato dal tecnico dei sardi nella conferenza stampa di vigilia.
Cagliari-Juve, la conferenza stampa di Nicola
Davide Nicola fa il punto sugli infortunati del Cagliari: "Gaetano sta bene, vedrò se impiegarlo dall'inizio o a partita in corso. Coman prosegue nel suo lavoro e sta centellinando il suo progresso. Luvumbo sta lavorando a pieno regime, ma mentalmente teme di ricadere nell'infortunio, normale non avere ancora piena confidenza". Su Adopo: "È la prima volta che ha continuità nelle prestazioni. E' anche nostro compito metterlo nelle migliori condizioni. Ha margini di crescita elevatissimi, deve migliorare nei dettagli specifici, leggere la lettura negli spazi, l'incisività che deve avere negli spazi, nonchè il giusto posizionamento nella fase difensiva. Non mi aspetto che lo faccia bene sin da subito, è giovane". Sul rendimento di Caprile: "Con l'Atalanta abbiamo fatto una partita ordinata. La concentrazione l'abbiamo mantenuta soprattutto nell'interpretazione della gara. Il passaggio da una fase all'altra è fondamentale, ed è ovvio che la concentrazione va mantenuta in maniera costante". E su Palomino e la possibiltà di perderlo: "Pare sia vera la notizia. Sono contento per lui. Per noi è importante e non abbiamo interesse nel vederlo andare via. Quando viene chiamato in causa è sempre pronto, ed aiuta la maturazione dei più giovani. Laddove dovesse partire io non porrò ostacoli".
A rendere orgoglioso il tecnico dei sardi è l'affetto dei tifosi: "Sin dai primi istanti, quando ho visto l'affetto dei tifosi. Personalmente mi gratificano le centinaia di lettere che ricevo dai bambini. Sto organizzando le risposte, perchè è giusto farlo. Il futuro di questo sport sono proprio i bimbi". E aggiunge: "È un lavoro continuo. Dal punto di vista mentale non posso fare molto. Lavoro soprattutto sul campo e sul gruppo. Cerco di far capire l'importanza dell'unità di intenti".