Fabregas: “Conte un martello, dell’Inter mi piace tutto. Juve? Lì ho capito"

Il tecnico del Como commenta la sua prima stagione in Serie A e sul futuro: "Questione di opportunità"

Con il suo Como ha stupito nel primo anno di Serie A, ma il suo futuro potrebbe essere lontano dal club che lo ha portato in Italia: Cesc Fabregas si racconta ai microfoni di Sky e sono tanti gli argomenti trattati. In primis un campionato da finire con le ultime due sfide da affrontare e la possibilità di essere protagonista nella lotta tricolore.Sul Napoli che affronterà il Parma: "Non pressa alto. Aspetta, poi ha due attaccanti come Bonny e Pellegrino che stanno facendo molto bene. Con due passaggi arrivano in area. Noi abbiamo sofferto gli ultimi dieci minuti. Hanno giocatori come Man che possono andare nello spazio. Dovranno avere pazienza e fare attenzione ai contropiedi".

"Conte? Il giocatore lo sa..."

All'ultima ci sarà invece l'Inter, con il Como che potrebbe essere decisivo nella lotta Scudetto. Intanto Fabregas parla così di Conte: "E' un martello, ma ti fa vincere e il giocatore lo sa. Per questo lo seguono. Ha una cultura del lavoro in cui crede molto. Mette grande voglia nei giocatori. Noi al Chelsea sentivamo questa forza: lui è il leader e noi lo seguivamo perché ha vinto tanto. Con lui ti senti forte. Ha un metodo che da sabato a sabato è sempre uguale e questo porta serenità. Il primo anno abbiamo vinto la Premier League senza coppe, nel secondo l'FA Cup. Venivamo da una stagione negativa".

 

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Fabregas dà i voti

E sul Napoli: "Sono a +1 sull’Inter e penso che tutti avrebbero firmato per essere in questa situazione, adesso bisogna solo stare tranquilli e concentrarsi sul lavoro settimanale. Bisogna gestire bene i singoli, senza far andare la testa altrove. Servono chiarezza, serenità e buona atmosfera". Fabregas che ha parlato dopo il pari contro il Genoa: "Prendere un goal così fa male. Qualcuno non dormirà bene, ma da domani si riparte. Sanno quello che devono fare per vincere un campionato come la Serie A".

"Inter? Ero allo stadio"

Sull'Inter il tecnico spagnolo spiega: "I numeri sono incredibili, dice tanto della mentalità della squadra e dell’allenatore, quando succede questo vuol dire che il tecnico sta facendo delle cose molto bene. Non è facile restare concentrati quando giochi 3-4 competizioni insieme, bravo Inzaghi. Dell’Inter mi piace tutto, la struttura, la costruzione. In Italia non è facile vincere le partite, ha un modo di attaccare diverso dalle altre squadre, come si abbassano i centrocampisti. A me piace la tattica, credo che da questo punto di vista Inzaghi sta lavorando molto bene". Presente a San Siro nella semifinale di ritorno: "Ero allo stadio, oggi il Barcellona ha preso un’altra volta tre gol ma ne ha fatti quattro e ha vinto. Vogliono giocare sempre con la linea alta, alla fine non sono in finale di Champions per un goal. Il Barcellona era una squadra giovanissima, l'esperienza sicuramente ha giocato a favore dell'Inter. Ma tra 2-3 anni sistemando questi dettagli una Champions la vinceranno".

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La partita contro la Juventus

Poi parla del suo Como: "Abbiamo iniziato la stagione che eravamo una squadra di Serie B. Con la Juventus ho capito che il livello era più alto e ho dato più solidità. Alla fine del mercato sono arrivati giocatori che hanno dato più stabilità. Bisogna adattarsi alle caratteristiche dei giocatori". Con i talenti Diao e Nico Paz: "Dall'anno scorso chiedevo un giocatore così. E' importante attaccare  e creare lo spazio. Diao è forte ad attaccare la profondità ed era quello che ci mancava. Se Nico Paz vede una giocata migliore di quella che dico io lo lascio fare".

"Wenger il migliore per i giovani"

Un Fabregas che ha conquistato tutti per il suo modo di giocare: "Con i giocatori presi a gennaio posso preparare la partita meglio. Contro il Cagliari ci aspettavamo un 5-3-2, poi loro hanno giocato 4-4-2 e questo cambia la partita. Perché abbiamo dovuto cambiare modo di attaccare. Non mi piace lavorare 11 contro 0 in allenamento. Ogni tanto va bene, ma oggi bisogna dare la soluzione al giocatore in base a cosa fa l'avversario". Le maggiori influenze nel suo modo di allenare: "Wenger è il miglior allenatore per i giovani e mi ha avuto quando ero giovane. Credeva moltissimo nelle relazioni tra i giocatori".

Il futuro di Fabregas

Poi un parere sul calcio italiano: "E' stata un'opportunità. Ero a fine carriera e non volevo un contratto di uno o due anni. Il Como mi ha dato l'opportunità di finire la carriera in campo e poi fare il patentino. Dalla Primavera alla prima squadra è successo tutto molto in fretta". E la chiusura sul futuro al Leverkusen: "Ci ho giocato. Abbiamo vinto. Mi concentro sul lavoro. Sono all'inizio della carriera. Abbiamo tanto da fare. Sono fortunato per i giocatori che ho. Futuro? E' tutta questione di tempo e di opportunità. Sono molto giovane. La Serie A mi sta facendo imparare perché è diversa da tutti gli altri campionati".

 

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Con il suo Como ha stupito nel primo anno di Serie A, ma il suo futuro potrebbe essere lontano dal club che lo ha portato in Italia: Cesc Fabregas si racconta ai microfoni di Sky e sono tanti gli argomenti trattati. In primis un campionato da finire con le ultime due sfide da affrontare e la possibilità di essere protagonista nella lotta tricolore.Sul Napoli che affronterà il Parma: "Non pressa alto. Aspetta, poi ha due attaccanti come Bonny e Pellegrino che stanno facendo molto bene. Con due passaggi arrivano in area. Noi abbiamo sofferto gli ultimi dieci minuti. Hanno giocatori come Man che possono andare nello spazio. Dovranno avere pazienza e fare attenzione ai contropiedi".

"Conte? Il giocatore lo sa..."

All'ultima ci sarà invece l'Inter, con il Como che potrebbe essere decisivo nella lotta Scudetto. Intanto Fabregas parla così di Conte: "E' un martello, ma ti fa vincere e il giocatore lo sa. Per questo lo seguono. Ha una cultura del lavoro in cui crede molto. Mette grande voglia nei giocatori. Noi al Chelsea sentivamo questa forza: lui è il leader e noi lo seguivamo perché ha vinto tanto. Con lui ti senti forte. Ha un metodo che da sabato a sabato è sempre uguale e questo porta serenità. Il primo anno abbiamo vinto la Premier League senza coppe, nel secondo l'FA Cup. Venivamo da una stagione negativa".

 

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